Bene confiscato “strappato” alla banca

Baronissi, i giudici del Tar l’assegnano al Comune nonostante sull’alloggio ci fosse un’ipoteca legata ai vecchi proprietari

BARONISSI. Una banca pretende di risollevare la proprietà di un immobile confiscato alla camorra, ma il Tar dà l’edificio al Comune per salvaguardia del bene cittadino.

Accade a Baronissi, dove il Comune ha vinto la causa penale relativa ad una ipoteca iscritta su un bene confiscato anni addietro alla criminalità organizzata ovvero al clan Forte. In seguito alla sentenza, Palazzo di Città resta proprietario dell’alloggio di Antessano, trasferito al patrimonio comunale dall’Agenza Nazionale per i beni sequestrati.

Tutto era cominciato nell’autunno dell’anno scorso quando un istituto bancario, per risolvere un credito non soddisfatto dagli iniziali proprietari del bene, i Forte appunto, ne aveva chiesto il sequestro.

La Terza sezione penale del Tribunale di Salerno, a conferma di un principio analogo già espresso in precedenti sentenze, ha stabilito che la confisca penale prevale sull’ipoteca bancaria, per cui la salvaguardia di un interesse pubblico, come la confisca di beni sottratti alla criminalità organizzata, giustifica il sacrificio a cui è sottoposto il terzo di buona fede che, sebbene titolare di un diritto reale di godimento o di garanzia sui beni confiscati, non può avviare alcuna azione esecutiva.

Ecco la mappa dei beni confiscati realizzata da Confiscati Bene (dati dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati)

 

«Una sentenza positiva per noi», annuncia soddisfatto il sindaco Gianfranco Valiante. «La presenza della banca credo fosse al di fuori di ogni logica. Infatti il giudice penale ci ha dichiarati vittoriosi. Un atto di buona amministrazione. Siamo riusciti a tutelare il nostro diritto e le nostre ragioni». Adesso l’immobile verrà assegnato ad associazioni con scopi culturali e sociali come prevede l’agenzia nazionale. Ma servono fondi per una ristrutturazione dell’edificio. «Attendiamo una riqualificazione dello stabile perché partano i servizi», continua il primo cittadino Valiante.

Il contenzioso era partito dallo scorso novembre. Essendo il costruttore insolvente per il pagamento del mutuo assunto per la sua realizzazione, la banca chiedeva che l’edificio diventasse di sua proprietà. Adesso però il Comune, ne darà la gestione a due associazioni. L’abitazione da covo di camorristi diventerà una casa di cura per disabili e centro di attività socio-culturali.

«Le associazioni che vi svolgeranno le attività sono “Un cuore a cavallo Onlus” che cura bambini e persone disabili - continua Valiante – mentre l’altra è “All’arrembaggio” che fa attività sociale e culturale a persone con disabilità». L’amministrazione resta in attesa dei fondi regionali già annunciati e i lavori di riqualificazione cominceranno appena la regione rimetterà le risorse.

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