Bene confiscato da 3 anni, mai assegnato

Scafati, la proprietà di via Aquino attende di essere utilizzata dalle associazioni di volontariato. Il Comune rischia di perderla

SCAFATI. Bene confiscato e mai utilizzato. Ora il Comune di Scafati rischia di perdere la struttura perché potrebbe essere commissariata. Il bene, confiscato al clan Sorrentino nel 2009, trasferito nel medesimo anno all’ente di Palazzo Mayer, è quello di via Aquino, che, a distanza di circa sette anni, non risulta essere stato oggetto di riutilizzo sociale, né ad oggi risulterebbero progetti, da parte del Comune, di adeguato utilizzo, così come previsto dalla legge.

Per questo gli attivisti di Scafati Arancione, capeggiati da Francesco Carotenuto, visti i ritardi, hanno deciso di rivolgersi direttamente all’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati per verificare la sussistenza delle condizioni necessarie al commissariamento della gestione del bene così come enunciato dal Codice Antimafia. «Chiediamo di adottare tutti i provvedimenti finalizzati ad un corretto utilizzo, così come prevede il Codice Antimafia del bene confiscato – ha affermato Carotenuto – La questione pare sia stata riposta nel dimenticatoio per insabbiare responsabilità politiche sul suo riutilizzo, che rappresenterebbe per la nostra comunità oltre che un’opportunità anche un messaggio forte di ripristino della legalità». Il Comune di Scafati già nel maggio 2012 fu invitato a chiarire i motivi di questi ritardi: «Ricordiamo l’audizione del 2012 presso la commissione di inchiesta al consiglio regionale in cui Aliberti venne invitato a chiarire i motivi dei ritardi che si protraggono tuttora – ha continuato l’esponente arancione - Va ricordato che sono stati sprecati duecentomila euro del progetto “You and me” che dovevano servire per l’inizio della messa in sicurezza del bene in questione (perché ricordiamo abusivo). Che fine hanno fatto quelle risorse stanziate dal governo centrale?».

Ecco la mappa dei beni confiscati realizzata da Confiscati Bene (dati dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati)

Gli arancioni, pertanto, stanno lavorando ad un progetto di riutilizzo sociale mediante una proposta che trasmetteranno nei prossimi giorni all’apposita commissione per chiedere di mettere in campo un “mercatino a km 0” nello spazio antistante del bene in questione: «Una proposta che vede protagonisti – ha precisato Carotenuto – i produttori agricoli e coltivatori diretti, incentivando e investendo in quella che è una vocazione della nostra terra, e l’Ente Locale, al quale chiediamo maggiore incisività perché il contrasto alla criminalità non può ridursi a passerelle».

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