CAOS RIFIUTI

Beffa Stir, tensione a Battipaglia

La sindaca Francese è infuriata per l’appalto di compostaggio già affidato mentre l’Avvocatura comunale presenta ricorso a Mattarella

Il “no” al compostaggio arriva alle orecchie di Sergio Mattarella. E Cecilia Francese minaccia: «Se vogliono lo scontro, lo avranno. Ci troveranno davanti allo stir». L’avvocatura comunale ha presentato un ricorso straordinario al presidente della Repubblica per provare a impedire agli operai della Monsud Avellino di realizzare l’impianto di fermentazione dell’umido all’interno del centro di trattamento meccanico biologico. S’invoca la sospensione immediata, e poi l’annullamento, di tutti i decreti dirigenziali e le delibere che porterebbero il compostaggio in città.
A due giorni dall’audizione in commissione ambiente, la sindaca attacca duramente i vertici della Regione Campania: «Al presidente della commissione chiederemo un incontro urgentissimo con il governatore e il suo vice; se la voce di Battipaglia non sarà ascoltata, sappiano che troveranno i cittadini e l’amministrazione, sindaca in testa, davanti allo stir per impedire l’avvio dei lavori». Aggiunge: «Questo significa aver scelto la Piana del Sele come pattumiera della provincia».
A scatenare l’ira della sindaca, l’apertura, il 3 ottobre scorso, dei plichi contenenti le candidature delle aziende intenzionate a edificare l’impianto di compostaggio e la conseguente proposta d’appaltare i lavori alla Monsud: «Abbiamo detto che Battipaglia non può e non deve più ricevere nulla, ma se la Regione ha inteso procedere su questa strada, ha segnato uno strappo istituzionale».
Intanto vien fuori il ricorso al capo dello Stato: il legale comunale, Giuseppe Lullo, lo aveva presentato il 5 ottobre, alla vigilia del flashmob dei no-compost in municipio. Il Comune si schiera contro Regione, Provincia ed “EcoAmbiente”, l’azienda di Palazzo Sant’Agostino che gestisce l’ex stir. Nel mirino dei legali dell’Ente non c’è soltanto il protocollo d’intesa del 2002. Lullo ravvisa pure violazioni della Costituzione e delle direttive europee, e scrive di «eccesso di potere». Ritiene che il parere favorevole comunale sia stato dato «sull’erroneo presupposto che non sussistesse modifica sostanziale». Nel 2014, insomma, in sede di conferenza di servizi, i rappresentanti di “EcoAmbiente” avrebbero gabbato l’allora responsabile comunale dell’apo ambiente, Osvaldo Amoroso, parlando di «modifica non sostanziale dell’autorizzazione vigente». Così non è stato, fa notare Lullo: «Con il decreto dirigenziale 190 del 2015, lo stir è stato autorizzato ad aumentare le quantità di rifiuti da trattare».
Vizi pure dal 2016 ad oggi: «L’avviso era volto alle amministrazioni comunali». E Battipaglia non risponde, ma «EcoAmbiente ha risposto autonomamente candidando lo stir», e così la Regione avrebbe «inopinatamente preso atto d’una candidatura inammissibile e programmato il finanziamento». Da qui l’appello a Mattarella a ordinare l’annullamento d’un procedimento «illegittimo»: al capo dello Stato si chiede pure di tener conto dei «disagi che quotidianamente i cittadini avvertono a causa della concentrazione di attività che trattano rifiuti», che «non consentono d’assumere decisioni a cuor leggero».
Su tutte le furie gli attivisti del comitato “Non vogliamo il sito di compostaggio a Battipaglia”. «Lunedì andremo a Napoli - fa sapere Stefania Battista, portavoce dei no-compost - per rispettare un invito, ed esporremo le nostre ragioni, ma una convocazione che giunge ad apertura di buste effettuata non può che confermare che la politica non ha voluto ascoltare né tutelare i cittadini». E aggiunge: «La nostra posizione non cambia. Anzi. La lotta per i nostri diritti diventerà più aspra».

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