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Baudo mette sotto accusa la tv «La tecnologia la sta uccidendo»

RAVELLO. «In Italia ci vorrebbe un giurì che dia una patente nazionale a certe televisioni commerciali quando vanno oltre i limiti del buongusto». A invocare l'introduzione di un organismo che...

RAVELLO. «In Italia ci vorrebbe un giurì che dia una patente nazionale a certe televisioni commerciali quando vanno oltre i limiti del buongusto».

A invocare l'introduzione di un organismo che intervenga sulla qualità della programmazione televisiva è uno dei padri del piccolo schermo. Pippo Baudo, ospite giovedì sera del Ravello Festival per l'inaugurazione della mostra su Cesare Andrea Bixio, tasta il polso della tv italiana, servizio pubblico compreso, delineando così difetti e degenerazione dei media.

Ma il Baudo pensiero non può non toccare il panorama musicale attuale e la crisi della musica leggera che secondo il conduttore tv è dovuta al fatto che «non si scrivono più belle canzoni».

Baudo tasta il polso al piccolo schermo, partendo proprio dalle sue trasformazioni. «La tecnologia è stata negativa per la televisione, avendo aumentato le fonti di diffusione ha moltiplicato i canali a non finire e allora la qualità che questi canali offrono è molto scadente - sottolinea Pippo Baudo - È una poltiglia che semplifica tutto e soprattutto abbassa la qualità e crea anche delle grandi illusioni ai giovani. Quindi questo è un fattore negativo sul quale l’intervento moralizzatore è praticamente impossibile».

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