IL FATTO

Battipaglia, violentò una bimba: otto anni di carcere

Condannato il pedofilo: dopo averla adescata col chow chow baciò e palpeggiò l’11enne che portava la sorellina all’asilo

BATTIPAGLIA - Otto anni e quattro mesi di reclusione: poco meno dell’età che aveva la sua vittima, Francesca ( nome di fantasia ), l’11enne che violentò in garage, nel rione Turco, quel maledetto 19 ottobre 2021. È la condanna che le toghe della Terza sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente il giudice Vincenzo Ferrara ) hanno inflitto al pedofilo battipagliese di 66 anni, difeso dal legale Gianpaolo Melchionda , all’esito del rito abbreviato (valso la diminuente d’un terzo). Alla lettura del dispositivo (l’8 febbraio scorso: i giudici si sono riservati 90 giorni per il deposito delle motivazioni) la mamma di Francesca, assistita dall’avvocato Mario D’Amato , è scoppiata in lacrime al ricordo di quel martedì che vorrebbe cancellare.

La sentenza ha sopravanzato anche la pena d’otto anni richiesta dal pm. E il 66enne è stato interdetto per sempre dai pubblici uffici e da qualsiasi incarico nelle scuole d’ogni ordine e grado e nelle istituzioni – pure se private – frequentate prevalentemente dai minori. Il pedofilo del rione Turco, tra le altre cose, è stato condannato al risarcimento del danno in favore delle parti civili e al rimborso delle spese legali. Premiata l’attività del pm titolare delle indagini, Giampaolo Nuzzo , e dei carabinieri della Compagnia di Battipaglia – al tempo diretti dal tenente colonnello Vitantonio Sisto e oggi dal capitano Samuele Bileti – che il 5 agosto scorso diedero esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip Gerardina Romaniello .

Il 19 ottobre del 2021 la mamma di Francesca aveva raccontato proprio ai militari della locale stazione tutto ciò che aveva appena saputo dalla piccola. Ogni mattina alle 9,30 Francesca accompagnava la sorellina di quattro anni alle materne del quartiere, a due passi da casa. Quel 19 ottobre incontrò il 66enne. Lo aveva già visto: aveva notato l’uomo – che nel quartiere ha messo su un laboratorio di riparazione dei computer – per quel chow chow che « sembrava – avrebbe poi riferito la piccola in sede d’incidente probatorio – un leoncino». Le piccole giocavano con l’animale. « Solo un’altra volta – avrebbe raccontato Francesca – ha insistito a farci entrare, c’era anche mia sorella (l’altra, ndr ) , e c’ha fatto dare dei croccantini al cane e poi c’ha fatto andare via ». Pure il 19 ottobre invitò le piccole nel laboratorio per dar da mangiare al chow chow. Francesca acconsentì: la sorellina adorava il cucciolo. Solo che, nella bottega, alle spalle della carrozzina, l’uomo cinse l’11enne e la tirò a sé. « Quanto sei carina, quanto sei bella ». Francesca restò rigida. Il 66enne le abbassò la mascherina anti- Covid: « Quanto sei bella... non mi vuoi dare un bacetto? ». Lei non fiatò. « No, in bocca », continuò lui. La strinse e le diede un bacio con la lingua. Francesca provò a divincolarsi. Invano. L’uomo la ribaciò e fece scivolare la mano sulle parti intime della ragazzina, senza toglierle i vestiti. Poi le permise d’andare via.

Con le lacrime agli occhi Francesca sospinse la carrozzina fino all’asilo. Poi scappò, sputacchiando, come a tirare tutto fuori. A casa si rintanò in bagno: piangeva e si sciacquava la bocca. La madre se ne accorse e s’avvicinò: la piccola parlò. E la donna corse in caserma. Il 5 novembre furono perquisiti la casa ed il laboratorio del 66enne. Dai pc vennero fuori filmati pedopornografici: «Disturbanti», li avrebbe definiti il gip. La bimba fu ascoltata. Ci fu anche l’incidente probatorio: per il perito del gip quelle dichiarazioni erano giudicate «sincere, attendibili e riscontrate». Il 5 agosto gli arresti: violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedopornografico. Ora la condanna. E le lacrime. Liberatorie, sì, ma mai del tutto.