LA SOLUZIONE

Battipaglia, Total Green cancella l’insegna Treofan

Dal 1 aprile parte la reindustrializzazione dello stabilimento passato alla Jcoplastic: corso di formazione per i 51 lavoratori

BATTIPAGLIA - Dal primo aprile si chiude definitivamente l’esperienza Treofan e comincia quella della Total Green. Così si chiamerà il nuovo stabilimento nato dalle ceneri del vecchio sito industriale. Ieri sera, i cinquantuno lavoratori in cassa integrazione della ex Treofan hanno finalmente firmato con la Jcoplastic l’impegno all’assunzione. Superati, dunque, gli ultimi “cavilli” tecnici che facevano stare i lavoratori col fiato sospeso. C’era stata una prima riunione che non aveva portato subito alle conclusioni attese. È stato necessario un secondo incontro, tenutosi appunto ieri, nonostante l’emergenza Coronavirus, per definire gli ultimi adempimenti per l’assunzione. In un panorama di grande desolazione aziendale la firma dei cinquantuno “licenziati” dalla ex Treofan costituisce non solo un grande traguardo, ma anche un afflato di speranza per tutti coloro che in questi giorni stanno rischiando il posto di lavoro a causa della pandemia. Virus permettendo, tra circa due settimane i “nuovi assunti” cominceranno i corsi di formazione.

Lo aveva annunciato all’atto dell’acquisizione Antonio Foresti , patron della Jcoplastic, stabilendo il cronoprogramma. L’impegno è stato mantenuto, nonostante il clima surreale di questi giorni. «I tempi della riconversione saranno scanditi in due tappe di sei mesi – aveva detto Foresti dopo aver concluso la trattativa con la Jindal - . Installeremo nei locali della ex Treofan i nostri macchinari. Quindi occorrerà un pochino di tempo. Intanto, i lavoratori frequenteranno un corso di formazione pratico per entrare nell’asset produttivo della Jcoplastic. Nel giro di un anno saremo tutti pronti».

Con la riconversione dello stabilimento acquisito dagli indiani della Jindal potrebbe aprirsi la possibilità di nuovi posti di lavoro. La vicenda ex Treofan, partita nel peggiore dei modi, potrebbe portare una boccata d’ossigeno alla ormai asfittica zona industriale battipagliese. Il caso dell’ex Treofan era cominciato quasi due anni fa quando la società Jindal, colosso indiano che lavora nello settore delle pellicole di polipropilene, rilevò lo stabilimento battipagliese con l’intenzione bellicosa di eliminare la concorrenza. Invece di presentare un piano di rilancio e di reindustrializzazione, gli indiani avviarono un progressivo svuotamento della fabbrica rinunciando alle commesse, che pure erano numerose fino a quel momento, e bloccando la produzione. Cominciò così la durissima lotta dei lavoratori che, uniti e seguiti dai sindacati, è continuata fino al mese scorso, quando c’è stato l’annuncio della Jcoplastic. Ogni proposta di rilevare l’azienda, dopo la nomina di un “advisor” – la Vertus – che avrebbe dovuto trovare l’acquirente giusto, veniva respinta. Molti lavoratori durante i duri mesi di protesta hanno preferito cercare altre strade. Qualcuno ha accettato il pensionamento anticipato, ma in cinquantuno sono rimasti a lottare.

E hanno avuto ragione. A sbloccare la trattativa è stata, forse, una mossa attuata dal Consorzio Asi che, visto il mancato investimento e rilancio sui suoli industriali, ha deciso di revocare la concessione a Jindal. La multinazionale indiana d’improvviso si è trovata proprietaria di un “guscio vuoto” e questo ha probabilmente risolto la trattativa. Ed è arrivato l’interessamento di Foresti, che ha visto sia nella forza lavoro, determinata e volenterosa, sia nello stabilimento stesso, distante solo mezzo chilometro dal proprio, la possibilità di un buon investimento.

Stefania Battista