L'INCHIESTA

Battipaglia, stuprata a 11 anni: concluse le indagini

Notificato l’avviso al 38enne ebolitano che fingendosi fotografo adescò la bimba su Instagram e la violentò in zona Asi

BATTIPAGLIA - Violenza sessuale, rapina e detenzione di materiale pedopornografico, tutte aggravate. Queste le ipotesi di reato prospettate nell’avviso di conclusione delle indagini che il pm Gianpaolo Nuzzo ha notificato al 38enne ebolitano – sedicente fotografo di nudo artistico – che il 4 luglio scorso, in via Brodolini, nel cuore della zona industriale, stuprò Giorgia ( nome di fantasia ), una ragazzina battipagliese di 11 anni adescata su Instagram. Chiusa l’inchiesta delegata ai carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del capitano Samuele Bileti , che si sono avvalsi del supporto della polizia postale.

Il 7 febbraio il pm ha firmato l’avviso notificato nei giorni scorsi all’indagato, assistito dall’avvocato Costantino Cardiello , detenuto nel carcere di Vallo della Lucania: in ultimo aveva richiesto la misura cautelare alternativa della detenzione domiciliare con il braccialetto elettronico. Alla difesa del 38enne, figlio d’un noto medico dell’ospedale di Eboli e titolare, insieme alla moglie che gli ha dato un figlioletto di tre anni, di un salone di bellezza nella zona centrale di Eboli, sono concessi 20 giorni per presentare memoria, reclamare altri atti d’indagini e chiedere di rilasciare dichiarazioni o d’essere interrogato. A quel punto il pm deciderà se – verisimile – chiedere il rinvio a giudizio: poi si pronuncerà il gup. Nell’avviso di conclusione dell’inchiesta la Procura ha identificato anche le persone offese: sono la piccola e i genitori, difesi dagli avvocati Filomena e Maria Leccese . Potranno costituirsi parte civile nel giudizio.

E ci sono pure le fonti di prova: oltre alle informative, al decreto di perquisizione e sequestro del materiale rinvenuto in casa del pedofilo, all’incidente probatorio, alla consulenza tecnica a firma della psicologa Stefania Lamberti , all’ordinanza di custodia cautelare in carcere sottoscritta l’11 novembre dal gip Giandomenico D’Agostino , al Riesame e ai verbali dell’interrogatorio di garanzia, ora figura anche la relazione della psicologa Manuela Loggia , perito del giudice delle indagini preliminari, depositata dopo gli arresti.

L’orrore risale al 4 luglio scorso. Questa la ricostruzione del pm, suffragata dal gip: Giorgia era stata adescata su Instagram dal 38enne tramite un account che quest’ultimo usava per pubblicare scatti erotici e promuovere un imprecisato “backstage di Eboli”. Prima sul social e poi su Telegram – con un’utenza telefonica intestata ad un cittadino pakistano – il pedofilo ha carpito la fiducia della piccola venendo a sapere che quel giorno sarebbe scesa di casa fare la spesa. All’uscita dal market, sentendosi osservata, Giorgia ha svoltato in via Ponchielli, ma l’uomo l’ha seguita con la sua Opel Mokka dai vetri oscurati. Sceso dall’auto il 38enne si è presentato come «il fotografo della chat» e ha afferrato la piccola facendola salire a forza nel veicolo, sul sedile posteriore. Ha attivato le sicure per impedirle d’uscire e l’ha portata in via Brodolini, nei pressi della “fu” Cedit. S’è impadronito del cellulare di Giorgia (di qui la contestazione del furto) e poi ha risposto ai messaggi del papà: fingendo d’essere la bimba, gli ha scritto che avrebbe tardato perché non aveva trovato l’acqua. In quell’auto il 38enne l’ha stuprata. Incoraggiata da un amichetto, qualche giorno dopo la piccola ne ha parlato con una vigilessa e con il papà. Di lì la denuncia e le indagini, che il 9 settembre portarono i militari in casa dell’uomo: sequestrarono un cellulare ed un hard disk con 101 file di carattere pedopornografico, al vaglio della Postale per capire se nella rete dell’ebolitano – che su Telegram aveva un gruppo, «Giovanissimi hot» – c’è finito pure qualcun altro.