La rivolta della Piana del Sele

Battipaglia, mega corteo anti rifiuti tra tensioni e cariche 

I manifestanti hanno cercato di occupare autostrada e stazione ferroviaria

BATTIPAGLIA. Dalla folla che marcia lungo le strade di Battipaglia si leva il canto più celebre: «Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò», è il grido di battaglia in una giornata storica, tra sorrisi e momenti di tensione, cori e urla, abbracci e cariche. Sulle note di Mameli, alle porte della Piana del Sele, ci sono migliaia di italiani che gridano al tradimento: ce l’hanno coi vertici della Regione Campania, che hanno affidato i lavori per la realizzazione di un mega-impianto di compostaggio all’interno del centro di trattamento meccanico biologico di via Bosco II, l’ex stir; ce l’hanno col governo nazionale, che nel 2002, quando il tmb si chiamava impianto cdr, aveva promesso alla città una riduzione del carico di pattume trattato e aveva assicurato che il sito di compostaggio non sarebbe mai stato realizzato a Battipaglia. I cittadini insorgono: in un soleggiato giovedì di novembre Battipaglia si ferma. Da Palazzo di Città si parla di 10mila manifestanti; dalla Questura il dato è di 8mila. La certezza è che sono in tantissimi a urlare il proprio no: più dei 7mila che nel ’99 scesero in piazza contro il termovalorizzatore e dei 5mila che nel 2012 manifestarono contro la discarica.

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