IL CASO

Battipaglia, ha un tumore ma l’ospedale la dimette

Porta la moglie in Pronto soccorso per due volte e la mandano a casa

BATTIPAGLIA - Il cancro c’è, l’infezione pure, ma al Pronto Soccorso del “Santa Maria della Speranza” nessuno se n’era accorto. «Mi dissero di portare mia moglie dal medico di base; ora non so se vivrà o morirà»: lo dice con un filo di voce, Mario. È un nome di fantasia. Chiede di non divulgare la sua identità. l’ex insegnante. «Siamo conosciuti, non mi va di annunciare su un giornale che mia moglie ha una neoplasia, ma devo denunciare le condizioni nelle quali riversa il nostro ospedale». Parla così, Mario, al capezzale di Sofia (altro nome di fantasia), 65 anni, pure lei professoressa. E guerriera da poco meno di due settimane, quando ha scoperto che, dietro i dolori all’addome, si celava un tumore all’intestino, preso sottogamba da qualcuno. «Dobbiamo ringraziare i medici dell’ospedale di Eboli, i primi a venirne a capo»: sono al miele le parole di Mario nei confronti dei camici bianchi del “Maria Santissima Addolorata”. Di tutt’altro tenore, invece, le considerazioni sul personale dell’ospedale di Battipaglia.

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