IL FATTO

Battipaglia, emergenza scarichi: finalmente le fogne

A via Padova non si sversa più nel Tusciano Opere in ritardo di 5 anni. I commissari dovettero pagare

BATTIPAGLIA - Il collettore fognario, a via Padova, è finalmente realtà. Esultano i residenti del quartiere Serroni di Battipaglia, che adesso potranno finalmente smaltire regolarmente le acque reflue domestiche. La parola fine sull’odissea dei residenti di via Padova, però, viene scritta con oltre cinque anni di ritardo rispetto alle previsioni: dovevano finire ad agosto 2016, ad un anno e mezzo da febbraio del 2015, quando i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Salerno appurarono gli sversamenti abusivi nel fiume Tusciano. Ora lavori di sistemazione della sede stradale di via Padova, finalizzati al ripristino del tratto interessato dalla condotta fognaria, sono stati finalmente ultimati. Lo scorso 12 dicembre, infatti, il Comune di Battipaglia ha liquidato i 28mila euro necessari per espletare i lavori alla “Inca spa”, la ditta locale che ha materialmente svolto le operazioni di ripristino dopo il collettamento fognario.

Opere mancanti: anche a seguito del blitz dei carabinieri del Noe emerse che i residenti di via Padova scaricavano illegalmente i reflui nel principale corso d’acqua cittadino. E così i militari elevarono un verbale ai loro danni contestando anche la violazione della legge sugli ecoreati. Sul finire del 2015, precisamente ad ottobre, dalla Regione Campania arrivò un’ordinanza d’ingiunzione nei confronti dell’Ente di piazza Aldo Moro condannato a sborsare quasi 7mila euro per aver violato la legge. All’epoca, la triade commissariale composta da Gerlando Iorio , Ada Ferrara e Carlo Picone , s’oppose al diktat della Direzione generale per l’ambiente impugnando l’ordinanza davanti al Tribunale di Salerno e chiedendo l’annullamento del decreto e affidandosi a Giuseppe Lullo , ex dirigente del Settore Avvocatura del Comune: «I responsabili dell’abuso sono i cittadini battipagliesi che hanno effettuato gli sversamenti» fu la tesi difensiva da Palazzo di Città, sottolineando pure che gran parte della rete fognaria fosse gestita dall’Asis e che la linea del collettore sarebbe dovuta realizzarsi decenni fa a titolo di opera di urbanizzazione, a servizio dei fabbricati, nell’ambito della lottizzazione Iemma.

Le giustificazioni non convinsero i giudici salernitani che condannarono comunque la triade commissariale che amministrò il Comune battipagliese per tre anni dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche: sversamenti illeciti ed Ente responsabile furono le motivazioni fornite dai magistrati. Adesso, l’incubo volge al termine. A via Padova finalmente arrivano le fogne.

Paolo Vacca