«Basta con l’illegalità diffusa Decidiamo da che parte stare»

Il monito di Annamaria Torre dopo il caso della moglie del boss al lavoro come ausiliaria del traffico La politica, però, continua a tacere: il sindaco Bottone preferisce non rilasciare dichiarazioni

PAGANI. «Non voglio sapere niente di questa vicenda. Non mi chiedete nulla». È nervoso il sindaco Salvatore Bottone. Il tema è scottante e ha il nome di Maria Califano, moglie di Michele Petrosino D’Auria, ex amministratrice della società NewService che tra il 2009 e il 2010 ha avuto in gestione il servizio dei parcheggi a Pagani e il servizio di vigilanza sulla sosta a pagamento attraverso il lavoro degli ausiliari del traffico. La Califano lavora attualmente proprio come ausiliaria. Ha formalmente tutte le carte in regola per svolgere il suo lavoro tra le strade o nel gabbiotto del parcheggio dietro via Della Repubblica.

Ma in città si pone il tema dell’opportunità sul ruolo affidatole. Col marito in carcere per camorra nell’inchiesta “Criniera”, la Califano è indagata nella stessa operazione dell’Antimafia che ritiene il consorte l’uomo chiave dei rapporti tra i clan di camorra e la politica paganese, nodo del legame tra le famiglie Fezza-D’Auria e l’area politica di Alberico Gambino, consigliere regionale attualmente in corsa per Santa Lucia ed imputato in due procedimenti per mafia. È duro il commento dell’associazione Libera, affidato alle parole di Annamaria Torre. La figlia del sindaco ammazzato dalla camorra nel 1980 fa appello ai paganesi: «Bisogna scegliere una volta per tutte da che parte stare. L’indignazione non basta più. Non credo sia una questione di legittimità degli atti ma di buon senso e di scelta da parte di chi ha il potere di decidere». Insomma la questione è etica. La sua assunzione nella nuova partecipata comunale PaganiServizi è regolare, con i dipendenti di quella che fu la Multiservice ora trasferiti nella nuova società. Proprio la sua assunzione in Multiservice era stata al centro delle cronache, considerata emblema del rapporto tra politica e personaggi collegati alla malavita. Ed è sul passaggio di consegne tra le due società comunali, vecchia e nuova, che alcuni puntano il dito: «Non entro nello specifico della vicenda – dice il coordinatore di Sel Pierantonio Grimaldi - La giustizia deve fare il suo corso. Vorremmo però chiarezza sulla PaganiServizi. Una chiarezza che non c’è e a cui il sindaco dovrebbe rispondere urgentemente». La vicenda imbarazza Bottone. Dalla maggioranza pochi commenti e nessuna esposizione pubblica. Pietro Sessa di GrandePagani, come il primo cittadino, non rilascia dichiarazioni. Sul versante opposto, l’ex consigliere Massimo D’Onofrio si tira fuori: «Mi sono dimesso proprio per non entrare nelle vicende amministrative. Preferisco non commentare». Il presidente del Consiglio Antonio Donato invece vuole discutere la questione prima con il suo gruppo. C’è dunque chi preferisce tacere. Altri invece accusano la politica di mancato decisionismo. Gerardo Torre, dell’associazione G20, non usa mezzi termini: «La responsabilità è della politica, anzi di un’amministrazione che io definisco bradipa ed eunuca: un animale che dorme tutto il giorno e che non ha la capacità di guidare e prendere decisioni anche su valori fondamentali come la legalità. Siamo mortificati». Alfonso Giorgio dell’Idv è duro: «Il problema è a monte, cioè sulla illegittima costituzione della PaganiServizi. Ma questa vicenda fa capire che il sistema criminale è consolidato da anni. Mi chiedo cosa sia cambiato dopo le inchieste e i processi dell’ultimo decennio». Pasquale Sorrentino, consigliere comunale, non solleva questioni politiche: «Mi pare un fatto di mera opportunità – dice - Se la signora è in regola, è legittimo che lei resti al suo posto. Va fatta una verifica se ancora non è stata fatta».

Per il capogruppo del Pd Giusy Fiore «non è il caso di alzare un polverone. Vanno fatte le opportune verifiche ma bisogna essere cauti».

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