«Basta burocrazia, riapriamo i cantieri» 

Ance-Aies denuncia: in nove anni chiusa la metà delle aziende e persi 11mila posti. Il presidente: «Sblocchiamo i progetti»

Un’emorragia senza fine che, dal 2008 ad oggi, ha impoverito il comparto edile salernitano. La nuda e cruda realtà dei numeri mette in risalto come l’edilizia, dall’inizio della crisi, a Salerno e in provincia, abbia imboccato una ripidissima discesa. E la corsa verso il baratro non si è ancora interrotta. Dati alla mano, infatti, in soli nove anni si sono persi ben 11mila posti di lavoro, effetto diretto della cessazione di ben 1.627 attività. In pratica, quasi una impresa edile su due, in questi ultimi anni, ha chiuso i battenti, dimezzando di fatto il comparto salernitano delle costruzioni. E la caduta nel baratro sembra inarrestabile, perché pure quest’anno mancano all’appello 2.255 dipendenti e 288 imprese. La ripresa tanto attesa, tuttavia, è ancora lontana. Anche perché, come rimarca il presidente di Ance-Aies, Vincenzo Russo, nella relazione presentata all’assemblea generale, lo stallo nel settore è «figlio del blocco delle opere pubbliche: gli enti pubblici hanno avuto difficoltà a spendere le risorse nonostante il superamento del Patto di stabilità».
In pratica i soldi ci sono ma non si spendono o, ancora peggio, gli appalti pubblici, in un’epoca in cui tutti corrono, vanno a passo di lumaca. Colpa della burocrazia che ha, di fatto, come sostiene Russo, causato l’inceppamento della procedura «nonostante le ingenti risorse stanziate che rimangono incagliate nei mille rivoli della macchina amministrativa e non si traducono mai in lavori: solo il 2 per cento del pil è dedicato agli investimenti in costruzioni». Proprio per questo motivo Russo chiede di «cantierare il cantierabile», perché in base al centro studi Ance-Aies, rispetto alla programmazione fondi Fers 2007/2013, vi sono ancora 315 cantieri aperti nel Salernitano per una spesa residua di oltre 200 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le opere relative ai grandi progetti rifinanziate con il Poc 2014/2020, per più di 400 milioni, già appaltate e che sono in attesa di essere cantierate. Russo, altresì, lancia pure la proposta di attivare un «focus operativo sullo stato attuativo della programmazione unitaria della Regione Campania 2014-2020 ove, a fronte di ingenti risorse economiche disponibili, oltre 4,8 miliardi di euro per la sola provincia di Salerno, registriamo per l’anno in corso una spesa di circa 280 milioni di euro». A tutto questo devono essere aggiunti, come evidenzia l’Ance-Aies, altri 120 interventi, riconducibili alla vecchia programmazione 2007/2013, che sono stati rifinanziati per un totale complessivo di 600 milioni di euro.
Dunque a disposizione c’è una pioggia di euro che, però, resta bloccata. Tant’è che, sempre secondo il centro studi Ance, in merito alla nuova programmazione unitaria 2014-2020, si registra una spesa di 610 milioni da parte della Regione, a fronte di risorse assegnate per circa 13 miliardi di euro. Come dire una goccia nel mare. «Per il 2018 – puntualizza Russo – la stima per il comparto delle opere pubbliche è di una crescita del 4 per cento degli investimenti. E, condizione indispensabile per raggiungere questo risultato, è la capacità di trasformare le risorse in cantieri. Va, poi, affrontato e risolto il problema della burocrazia e della lentezza dell’apparato pubblico, con costi e danni aggiuntivi non più sostenibili delle imprese. Ormai le nostre aziende dedicano parte delle proprie risorse ad attività per cercare di comprendere e risolvere i tanti problemi creati sempre più farraginosa».
Gaetano de Stefano
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