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Baselice resta in silenzio al processo “Criniera”

Non ha deposto al processo Criniera contro il sistema camorra a Pagani, l’ex collaboratore di giustizia Gerardo Baselice. Nel corso dell’ultima udienza, dedicata al contro esame dell’altro pentito,...

Non ha deposto al processo Criniera contro il sistema camorra a Pagani, l’ex collaboratore di giustizia Gerardo Baselice. Nel corso dell’ultima udienza, dedicata al contro esame dell’altro pentito, Domenico Califano, tuttora sottoposto a regime di protezione, Baselice è intervenuto in videoconferenza avvalendosi della possibilità di non rispondere alle domande del pm in aula, Vincenzo Montemurro, seguendo l’iter previsto per legge che consente la scelta del silenzio agli imputati in procedimento connesso. Il processo proseguirà il 7 dicembre con i primi testi della difesa, proseguendo poi il 15 e il 29 gennaio con la conclusione delle deposizioni prima della successiva fase di discussioni e della sentenza di primo grado.
Baselice, uscito dal programma di protezione diversi anni fa, lo scorso anno aveva deciso in senso contrario deponendo al processo Taurania Revenge dopo un periodo di irreperibilità: in quella sede parlò delle armi e della droga custoditi nel suo luogo di lavoro, in un parcheggio nella periferia paganese. Nel processo precedente, il suo ruolo di testimone lo aveva obbligato senza altra scelta a rispondere alle domande.
L’ex custode non ha risposto al dibattimento che vede imputati, tra gli altri, i fratelli Petrosino D’Auria, Antonio e Michele, Vincenzo e Daniele Confessore, Tommaso Fezza, oltre ai politici Massimo D’Onofrio ed Alberico Gambino, quest’ultimo sotto accusa per un capo residuale. È quel che resta del dibattimento del maxi processo Criniera, istruito in stretta connessione con il processo “Linea d’Ombra”, allargato all’intero clan Fezza-Petrosino con la contestazione dell’articolo 416 bis che riguarda la costituzione di un vero e proprio clan strutturato, con attribuzione di ruoli, controllo del territorio, esistenza di un capo riconosciuto e forza di intimidazione in grado di esercitare costrizione sulle vittime.(a. t. g.)
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