L'INCHIESTA

Baronissi, rapina con pestaggio: chiuse le indagini

Colpo da 26mila euro: avvisi per Buono, già in carcere per aver ucciso una 91enne a Salerno, e per il suo complice Pagano

BARONISSI - Un’anziana rapinata e lasciata a terra priva di sensi. Accadde a Baronissi, sette giorni prima d’un simile raid (ma a Salerno) aggravato dalla morte della vittima. Ora la Procura di Nocera Inferiore ha chiuso il cerchio sul primo dei due blitz contestati a Giuseppe Buono , il badante di 42 anni – originario di Maddaloni – in carcere dal 13 luglio, quattro giorni dopo l’omicidio di Maria Grazia Martino , la 91enne salernitana vittima d’una rapina dal tragico epilogo, che sarebbe stata uccisa proprio dal suo assistente.

Una settimana prima dell’agguato di località San Leonardo, però, Buono, che è assistito dall’avvocato Assunta Mutalipassi , avrebbe perpetrato un’altra rapina (con un bottino di 26mila euro) ai danni di due coniugi, 85 e 86 anni, dei quali, però, non si prendeva cura. Abitavano solo lungo la sua stessa strada. Il badante rapinatore avrebbe fatto irruzione in quell’abitazione, in via Cirillo di Baronissi, in compagnia d’un complice: si tratta di Maurizio Pagano , classe ’74, pure lui della zona, assistito dal legale Gianfranco Ferrajoli. Nelle scorse ore la pm titolare dell’inchiesta, Gaetana Amoroso , ha notificato ai due l’avviso di conclusione delle indagini. Sul capo dei due baronissesi coinvolti pendono le ipotesi di reato di rapina e lesioni, entrambe aggravate.

Gli inquirenti, che si sono avvalsi del supporto dei carabinieri della locale stazione, coordinati dalla Compagnia di Mercato San Severino, agli ordini del maggiore Carlo Santarpia , hanno ricostruito quanto accaduto quel sabato mattina a Saragnano. I due, dopo aver forzato la porta, si sarebbero introdotti nell’abitazione dei due coniugi ed avrebbero strattonato l’86enne «colpendola con calci e pugni e lasciandola a terra priva di sensi» per poi impossessarsi «della somma di 26mila euro e di alcuni monili in oro».

Per la Procura nocerina Buono è il concorrente materiale, Pagano quello morale. Tant’è che, mentre il secondo «prelevava il denaro ed i monili in oro», il badante «strattonava l’anziana, le tirava i capelli e la colpiva con calci e pugni, cagionandole lesioni personali». Un trauma facciale – con tanto di ferite ed un ematoma alla parte destra del volto – ed uno all’addome. Il primo capo d’accusa, quello di rapina, è aggravato dall’aver agito in due, ai danni d’una persona ultrasessantacinquenne e all’interno di un’altra abitazione, mentre il secondo, quello di lesioni, perché finalizzato ad eseguire ed occultare un altro reato: la rapina, appunto. Le parti offese sono i due coniugi.

Ora gli indagati potranno presentare memorie difensive o chiedere d’essere interrogati. Nel corso dell’inchiesta, ad ogni modo, la Procura capeggiata da Antonio Centore si è avvalsa dei test del Dna per risalire all’identità dei rapinatori: fin da quando gli investigatori gli hanno addebitato pure le responsabilità del raid alle porte della Valle dell’Irno, infatti, il badante s’è detto innocente, accusando la baronissese – che lo aveva incolpato – d’essersi fatta influenzare dai fatti di Salerno. E in riferimento alle tracce rinvenute sulla porta di via Cirillo, a suo tempo Buono disse d’essere stato sì in quell’abitazione, ma per eseguire dei lavori richiesti dal marito della donna rapinata.

Il nome del badante originario di Maddaloni, ad ogni modo, era finito sotto i riflettori per la tragedia del 9 luglio scorso a San Leonardo di Salerno: nel corso d’un colpo finito male, il 42enne assassinò la 91enne che assisteva e ferì gravemente la sorella 87enne. Era il badante delle “signorine”, così sono note nella zona orientale.. Il fratello delle due era rinchiuso nella sua stanza. In quella casa c’erano 380mila euro: Buono disse di non saperne nulla. E d’aver agito da solo.