IL FATTO

Baronissi, raid nell’orto per gli indigenti: i ladri portano via le verdure

Razzia nell'aria verde dove si coltivano prodotti da donare ai bisognosi

BARONISSI - Raid notturno nell’orto solidale di Baronissi. Il classico furto della fame e della disperazione, non per questo da non condannare, quello di cui sono stati testimoni i responsabili dell’Asd Real Cariti. Questi ultimi, nella mattinata di ieri, hanno constatato che qualcuno era riuscito ad intrufolarsi nell’area verde dove vengono coltivati prodotti a chilometro zero da donare alle persone più bisognose, facendo razzia al suo interno. L’iniziativa, partita lo scorso anno nel quartiere Nuova Irno, mira ad andare incontro alle fasce deboli, promuovendo l’agricoltura locale e mettendo a disposizione alimenti genuini per chiunque (non solo a Cariti) voglia rifornirsi gratuitamente. A tale scopo era stato trasformato in orticello un pezzo di terra fino a quel momento inutilizzato, inizialmente a beneficio dei nuclei familiari più vicini (una decina), ma senza alcuna preclusione. Un amaro risveglio, quello di ieri mattina, come lo hanno definito gli stessi ideatori del progetto, che hanno verificato per primi l’intrusione nel terreno. I ladri avrebbero forzato la rete posta a protezione dell’area, con tanto di catenaccio.

«In nottata qualcuno si è intrufolato nell’orto sociale che abbiamo tanto a cuore nel quartiere Cariti rubando tutto quello che era destinato al raccolto per la distribuzione alle famiglie indigenti», hanno raccontato sui social network, senza nascondere il loro rammarico. «Siamo veramente molto delusi, le cose basta chiederle». Un gesto che a prima vista sembra essere dettato da esigenze legate alla mancanza di cibo, come del resto si augurano gli stessi responsabili dell’Asd Real Cariti, nel tentativo di trovare una motivazione plausibile per quanto accaduto. «Speriamo solo che almeno sia stato qualcuno che ne abbia veramente bisogno - concludono - . Per il resto continua il nostro impegno sempre ed ovunque». Unanime il tenore dei commenti da parte di cittadini indignati che non hanno perdonato gli autori del furto, invitando l’associazione ad andare avanti per la sua strada.

Francesco Ienco