LA MOSTRA

Baronissi, al “Frac” i registri astratti di Carlo Catuogno

SALERNO. Il gesto della pittura nei registri astratti di Carlo Catuogno. Dal 6 aprile al 19 maggio il Frac di Baronissi ospiterà la mostra antologica dedicata al maestro metelliano, proponendo una...

SALERNO. Il gesto della pittura nei registri astratti di Carlo Catuogno. Dal 6 aprile al 19 maggio il Frac di Baronissi ospiterà la mostra antologica dedicata al maestro metelliano, proponendo una selezionata scelta di opere, dipinti, gouaches, ceramiche realizzate tra il ’77 e il 2012. Nelle tre sale, secondo il progetto espositivo coordinato da Annamaria Restieri, trovano posto 40 opere che testimoniano innanzitutto l’attenzione che l’artista ha posto al segno, avanzato quale esperienza che traduce in immagine la forza emotiva del gesto. A scandire il percorso le tele quali “I miei pensieri al chiaro di luna” del 1988, “Risveglio” del 1991 e “Dall’alto delle betulle” degli stessi anni e poi “Se la luna andasse a dormire nel mare” del 1997, il vasto ciclo di tecniche miste su carta del 2004 raccolte con il titolo “La miccia che accende le aurore”, ove bravi di collage, spartiti musicali, recuperano la valenza del “realismo” del papier collé, oppure il gesto neoespressionista, come testimoniano le numerose carte che danno vita alla serie “Il profumo di mirto mi porta pensieri precoci”, del 2011.

Il baricentro della mostra è posto nella sala centrale che presenta le tele dal titolo “La grazia spettinata passa sull’acqu”a dello scorso anno, cui si affiancano due grandi pareti animate da gouaches. «È una nuova occasione per gli amici che da anni frequentano il Frac - scrivono nell’introduzione al catalogo Giovanni Moscatiello, sindaco di Baronissi, e Nicola Lombardi, assessore alla cultura - di ammirare delle opere di pittura e, al tempo stesso, un ulteriore momento per poter animare il dibattito sull’arte e sul suo ruolo all’interno della società, scegliendo quale referente un artista la cui esperienza da anni è attenta a sondare le possibilità che il gesto ed il segno hanno di esibire il desiderio della vita». Tra la fine degli anni ’90 ed i primi del 2000, rileva Annamaria Restieri, «una nuova spazialità sembra prendere il sopravvento»; la sua pittura registra attimi che amplificano «di vibrazioni liriche, fuggevoli impulsi che nascono dal di dentro, accompagnano l’esistenza dell’artista per poi depositarsi sul supporto, sia esso carta, tela e ceramica. Come una seconda pelle, l’arte porta con sé i segni evocativi di un vissuto intriso di ricordi e sensazioni su un tracciato immaginativo in costante divenire». (ci. ma.)