la protesta

Baraccati di Pregiato infuriati per il blocco del nuovo cantiere

I terremotati che ancora risiedono nelle baracche, annunciano una nuova protesta lanciando lo slogan “Vogliamo una casa come diritto sancito dalla Costituzione. Con le promesse non si costruiscono...

I terremotati che ancora risiedono nelle baracche, annunciano una nuova protesta lanciando lo slogan “Vogliamo una casa come diritto sancito dalla Costituzione. Con le promesse non si costruiscono appartamenti… Vogliamo i fatti”.

Sono infatti ancora fermi i lavori per l’ultimazione dei 24 alloggi a Pregiato. La ditta Lettieri ha fermato il cantiere già dallo scorso 11 febbraio, quando il titolare dell’impresa ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni per continuare, dopo aver anticipato più volte consistenti somme per l’acquisto del materiale edile. E sebbene il sindaco Marco Galdi abbia annunciato l’avvenuta anticipazione di 100mila euro, la ditta ancora non ha ripreso i lavori.

Adesso il gruppo di terremotati che ancora è costretta a vivere nei container ha terminato la pazienza ed ha annunciato che non se ne starà con le mani in mano ad attendere che altre stagioni passino dentro quelle lamiere.

«Pochi giorni fa - afferma Antonella Minella, una di loro - 14 famiglie sono state sistemate in alloggi parcheggio,cosi da poter sgomberare il lato A dei prefabbricati di Pregiato e iniziare a costruire ulteriori alloggi, come da progetto. Ci sarebbe da essere contenti, pensano tutti, invece no, perché ogni cosa è stata organizzata in modo superficiale, senza tener conto di niente e di nessuno. Senza tenere conto delle famiglie mononucleo che ancora oggi non si sa bene dove sistemare».

A questo punto, dopo il blocco dei lavori per i 24 alloggi di Pregiato, c’è chi si chiede a cosa è servito il trasferimento negli alloggi parcheggio di 14 famiglie residenti nei container di via Luigi Ferrara, se non ci sono i fondi per completare gli alloggi di Pregiato né per aprire un altro cantiere. «La fretta di “sgomberare sistemando” - prosegue Antonella - ha generato confusione, perché comunque l’area non si libererà se prima non saranno completi gli appartamenti a Pregiato e a Santa Lucia. C’è da dire anche che la ditta di Pregiato pare voglia lasciare perché non ci sono fondi. La ditta dice che è colpa degli enti. Gli enti dicono che è colpa della ditta, io invece, dico: speriamo che me la cavo. La gestione del problema alloggi è stata affrettata e disorganizzata».

Ai terremotati poco importa sapere di chi è la colpa del blocco dei lavori. «A noi importa - afferma la portavoce Minella - far sapere che ancora si promette, si promette mentre noi restiamo qua. Abbiamo trascorso un altro inverno nei prefabbricati. Siamo nel 2013, il sindaco Galdi si è insediato nel 2010 e da allora vogliamo contare le promesse? Non basterebbero le dita delle due mani e il risultato sono alloggi fatti male e con infiltrazioni d’acqua. Non ci sono i soldi per ovviare a questi problemi e il Comune vuole anticipare 100mila euro? E dove stanno? Presto ci sarà una nostra protesta. Vogliamo risposte concrete. Siamo stufi di essere trattati come ignoranti ai quali tutto si può promettere».(a.f.)

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