IL CRAC NEL SALERNITANO

Bankitalia e Corte dei conti: «Troppi costi, sprechi e scarsa efficienza»

Stroncate le società partecipate con quote degli enti pubblici

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SALERNO - Costano troppo, sono performanti meno delle corrispondenti società private, pagano di più i dipendenti e sono fonti di sprechi. Una situazione che si riscontra nelle società private e miste in tutta Italia, e in particolare in Campania. E vanno peggio le società dove la percentuale di partecipazione degli enti pubblici al capitale è più alto. Uno scenario fosco che si ottiene incrociando uno studio del novembre 2017 della Banca d’Italia sull’intero territorio nazionale e la relazione del 2017 della Corte dei conti sulla Campania. 

A fine dello scorso anno, la Corte dei conti registrò problemi di trasparenza ed economicità nelle società controllate direttamente o partecipate dagli Enti del Salernitano. Ad aprile 2016, solo Agropoli, Buccino, Laviano e la Provincia avevano provveduto alla riduzione degli organismi partecipati (quella del Comune di Salerno era in corso). La razionalizzazione dei costi spesso si era risolta nella sola nomina di un amministratore unico e dalle poche dismissioni di partecipate sarebbero stati raggiunti magri risultati. I giudici evidenziarono un preoccupante disallineamento debiti- crediti tra Ente e sue partecipate, soprattutto quando i crediti vantati dalla società non sono riconosciuti dal suo proprietario, ad esempio, il Comune. E la storia continua.

Salvatore De Napoli