Bancarotta fraudolenta, arrestati i Villani

Con l’ex presidente della Provincia finiscono ai domiciliari anche le sorelle Elisa e Giovannina e Bartolomeo Pagano, rappresentante legale dell’Alpa. Nel mirino la gestione della Sannio Discount

Salerno. E’ il crac finanziario più imponente degli ultimi decenni, con protagonisti personaggi di tutto rispetto che per gli inquirenti, non sono semplici spettatori di una crisi congiunturale alla quale non hanno saputo reggere e controbattere, ma piuttosto attori di un «preordinato programma criminale», le cui condotte «hanno determinato il progressivo svuotamento del patrimonio aziendale» del gruppo Alvi.

Ieri mattina quell’incubo che da tempo echeggiava nelle notti dell’ex presidente della Provincia diSalerno Angelo Villani si è tramutato in realtá. Ifinanzieri del nucleo di polizia tributaria, al comando del tenente colonnello Antonio Mancazzo, hanno bussato alla sua porta per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, chiesta dal procuratore capo FrancoRoberti e dal sostituto VincenzoSenatore e firmata dal gip Vincenzo Pellegrino. Stesse misure cautelari sono state notificate alle sorelle Elisa e Giovannina Villani, rispettivamente rappresentante della "Sannio discount srl" e soggetto investito della gestione degli incassi. Ai domicliari finisce pure Bartolomeo Pagano, amministratore legale della "Alpa srl" (è anche socio al 40 per cento), mentre il gip non ha ritenuto dover applicare misure cautelari a Vittorio Aliberti, socio di maggioranza col 60 per cento della societá che rilevò i punti vendita. Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla rilevante entitá del danno patrimoniale, commessi nell’amministrazione della societá controllata "Sannio discount srl".

Tutto fa pensare che quello di ieri sia solo il primo, e più piccolo, tassello di un mosaico assai più articolato che i finanzieri stanno cercando di comporre per spiegare quel crac da 160 milioni di euro che ha investito l’ex colosso della distribuzione organizzata.

L’ordinanza eseguita ieri, riguarda la sola amministrazione della societá"Sannio Discount", che gestiva quattro punti vendita nel beneventano (due a Benevento cittá e gli altri a Sant’Agata dei Goti e San Salvatore Telesino). I finanzieri hanno scandagliato i passaggi societari che hanno portato al fallimento della catena Alvi. Attraverso cessioni patrimoniali e modifiche degli assets societari i quattro indagati avrebbero creato un passivo di circa 3 milioni di euro, che sarebbero confluiti in altre societá del gruppo stesso.

Secondo gli investigatori la condotta delittuosa si è concretizzata, innanzitutto, attraverso «la dissimulazione degli assets aziendali, grazie a operazioni di cessione e locazione a condizioni antieconomiche a favore di un soggetto giuridico, privo di una qualsiasi autonomia organizzativa e finanziaria, asservita al "Gruppo Alvi" per composizione societaria ed attivitá esercitata nel tempo». Ciò si sarebbe concretizzato con la locazione dei quattro punti vendita della SannioDiscount alla Alpa, per un prezzo di 950mila euro, ritenuto assolutamente non congruo rispetto ai valori di mercato, e tra l’altro di fatto mai corrisposto dalla societá amministrata da Pagano. La bancarotta fraudolenta si sarebbe realizzata, inoltre, mediante «una sistematica opera di svilimento del patrimonio aziendale, attuata attraverso plurime distrazioni di merci, di attrezzature ed impianti». Con ipotesi di reato anche di bancarotta preferenziale. E, a riprova della malafede degli indagati, per gli investigatori ci sarebbe anche il fatto che, nei mesi immediatamente precedenti la dichiarazione di fallimento dell’Alvi, si sia verificato il materiale prelevamento degli incassi giornalieri dei diversi punti vendita, custoditi all’interno delle security bags.In pratica, invece, del consueto prelievo effettuato dalla societá di vigilanza per il successivo trasferimento del contante in banca, Angelo Villani avrebbe incaricato, di volta in volta, persone di sua fiducia per prelevare gli incassi. Somme che, ovviamente, al momento sono irrintracciabili, non essendo transitate per alcun canale ufficiale, sintomo di un modus operandi, che per la Procura, è «privo di ogni valida ragione economica».

Nel corso delle perquisizioni domiciliari i finanzieri stamani hanno sequestrato nell’abitazione di Angelo Villani 27 quadri di valore, 48 orologi (Rolex, Bulova, Iwc) e 17 penne stilografiche "Mont Blanc" e circa tremila euro.

Il gip ha ritenuto necessario applicare ai quattro indagati le pesanti misure cautelari, valutando la «pericolositá sociale» dei soggetti coinvolti e il concreto rischio di una possibile reieterazione del reato. Questo, nonostante, il 5 gennaio scorso, dopo continue voci su un possibile mandato di arresto ai danni di Angelo Villani, il suo legale di fiducia Felice Lentini, consegnò al pm Senatore carta d’identitá e passaporto del proprio assistito. Secco, oggi, il commento del legale della famiglia Villani. «Prendiamo atto di questo provvedimento - dice - e ci sforzeremo anche stavolta di documentare l’assoluta estraneitá ai fatti contestati». D’altronde, aggiunge Lentini, «pensavamo di aver giá chiarito una serie di cose. Ora chiariremo le altre».

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