Bancarotta a Pagani Amerigo Panico ritorna in libertà

L’imprenditore era stato arrestato una settimana fa Decisivo il fatto che si era già autoaccusato del reato

PAGANI. Il gip scarcera l’imprenditore Amerigo Panico, finito in carcere per bancarotta, in ragione della sua collaborazione e dei chiarimenti forniti nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Il titolare del centro commerciale Pegaso, indagato per il crack della società Panico s.r.l., è tornato in libertà ieri mattina, dopo una settimana di reclusione al carcere di Fuorni, senza alcun obbligo e nonostante ci fosse il parere negativo posto dal pubblico ministero.

Il Gip Alfonso Scermino ha sciolto la riserva accogliendo l’istanza di remissione in libertà presentata dagli avvocati Gaetano Pastore e Federico Cioffi, valutando l’opposizione parere negativo del pm Roberto Lenza.

L’uomo balzato alle cronache per le denunce dietro il processo linea d’ombra ha ottenuto la scarcerazione grazie ai documenti contabili integrativi presentati dai suoi legali al gip, ricostruendo pezzi mancanti del quadro relativo al fallimento della ‘Panico sr.l. Veicoli industriali’.

In quelle tre ore di interrogatorio Panico avrebbe anche chiarito le posizioni dei familiari, coinvolgendo con vari ruoli alcuni familiari, sia il fratello Luca e la sorella Maria Beatrice, indagati con rigetto delle richieste cautelari e ulteriore appello in corso, sia il padre Gabriele Panico che la madre.

L’imprenditore poi avrebbe inoltre fatto riferimento ad altri professionisti ben consci, secondo la sua versione dei fatti, di quanto successo all’azienda implosa.

Nel bilancio della vicenda cautelare il gip ha tenuto conto della collaborazione offerta dall’indagato, mettendo in conto anche le indicazioni di responsabilità, definendo utili ad ampliare le ricostruzioni le specifiche chiamate in correità.

Altra questione importante è stata la presentazione della difesa di dichiarazioni autoaccusatorie rese alla procura dda e successivamente trasmesse per competenza all’ufficio ordinario di Nocera, documento che non esclude la responsabilità penale ma ne attenua, necessariamente l’esigenza cautelare attuale. Alla fine l’imprenditore paganese è stato rimesso ieri mattina in libertà dal giudice.

Panico è atteso anche dal necessario chiarimento relativo alla vicenda processuale Linea d’ombra, dove una delle due registrazioni da lui consegnate ai carabinieri è risultata manipolata dopo perizia d’ufficio. La procura antimafia potrebbe risentirlo oppure ordinare una nuova, accurata perizia per ribadire la bontà di quei files.

E intanto oggi tocca al riesame di Salerno valutare le posizioni cautelari degli imputati del processo su istanza della procura: l’antimafia chiese di nuovo il carcere dopo la scarcerazione e i domiciliari decisi dal giudice ordinario ad aprile scorso.

Probabile, dopo ricorso della difesa, una sospensiva, in attesa di pronuncia generale sul nesso carcere-metodo e associazione mafiosa a carico della Corte Costituzionale.

Alfonso T. Guerritore

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