Bancario arrestato, oggi la convalida

Fisciano, l’ex direttore della filiale della Bcc si è dichiarato innocente. L’inchiesta partita dalle denunce delle vittime

FISCIANO. Si saprà stamattina la decisione del giudice per le indagini preliminari, Sergio De Luca, sulla convalida del fermo di Matteo Romano, il 46enne di Fisciano ex direttore della filiale di Mercato San Severino della Banca di Credito Cooperativo di Fisciano. L’uomo è stato arrestato giovedì mattina a seguito di un’indagine avviata nel giugno del 2010 dai militari dell'aliquota operativa del Norm della Compagnia di Mercato San Severino con l’accusa di associazione a delinquere, usura, estorsione e riciclaggio. L’avvocato Silverio Sica, che difende Romano, ha fatto sapere che il suo assistito ha risposto ieri a tutte le domande del giudice proclamando la sua innocenza ed estraneità ai fatti che gli sono stati contestati. Il gip dovrà valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza attribuiti a carico dell’imputato e decidere, in caso di convalida, se applicare o meno una misura cautelare. Gli altri due arrestati sono: Rocco Ravallese, 46enne commerciante di Montoro Superiore e Antonio De Maio, 46enne pregiudicato anch'egli di Montoro Superiore, accusati degli stessi reati di Romano. Sono rinchiusi nel carcere di Bellizzi Irpino. L’impianto accusatorio coinvolge anche D.R., 60enne di Montoro, ed i cassieri della stessa filiale della Bcc di Mercato San Severino T.A. 52 anni e S.G. di 54 entrambi di Fisciano, tutti indagati in quanto ritenuti complici di un giro di affari di circa due milioni di euro, ricavati dall’applicazione di interessi che superavano il tasso annuo del 4000% su somme di denaro date in prestito a ditte e aziende del salernitano e dell’avellinese che erano in difficoltà economiche. Tra le vittime un’azienda conciaria di Solofra. Inoltre, è anche emerso che l’attività investigativa è partita nel 2010 in seguito ad alcune denunce sporte da privati, titolari di diversi esercizi commerciali. I quali stanchi di subire si sono affidati alle forze dell’ordine per bloccare il giro di usura dell'associazione capeggiata da Ravallese.

«L'organizzazione – scrivono gli inquirenti- si avvaleva dei conti correnti accesi in contrasto alle norme bancarie presso la filiale Bcc di Mercato intestati alle ditte delle vittime, grazie alla complicità dell'allora direttore Romano e dei due cassieri indagati che consentivano di compiere operazioni illegali». Ravallese, noto nel settore conciario per la sua capacità di facilitare aziende o commercianti in difficoltà, ritenuti non più affidabili dal sistema bancario, guadagnava la fiducia delle vittime anticipando metà degli importi di assegni post datati, incassando in cambio, fino alla restante metà. Successivamente, rappresentava alle vittime la necessità di avviare nuovi rapporti di conto corrente presentandole all'allora direttore della filiale che concedeva i nulla-osta nonostante commercianti e imprenditori fossero ritenuti inaffidabili dal sistema bancario. In questo modo l’organizzazione guadagnava la fiducia delle vittime che però in seguito non gestivano i movimenti sui conti correnti. Questi venivano gestiti da Ravallese senza che gli intestatari ne conoscessero più le sorti.

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