Bambino sballottato tra due ospedali per una diagnosi

Da Pediatria a Oculistica, un’odissea tra Battipaglia ed Eboli Spostamenti in auto con febbre alta e forti dolori al torace

Odissea tra ospedali. È quanto accaduto ieri mattina ad un bimbo ebolitano di quattro anni costretto, con i genitori, a fare la spola tra l’ospedale di Battipaglia e quello di Eboli. Avanti e indietro per sottoporsi alle visite del caso tra i reparti di pediatria e oculistica: il primo al nosocomio Santa Maria della Speranza di Battipaglia, il secondo al Maria Ss Addolorata di Eboli.

Tutto è iniziato di primo mattino, quando mal di testa, dolori al petto, un gonfiore ad un occhio e la febbre alta, hanno spinto i genitori a rivolgersi agli specialisti del reparto di Pediatria. Corsa in automobile all’ospedale di Battipaglia, lì dove il polo pediatrico è concentrato dopo la chiusura dei reparti di Eboli. Se non che, il gonfiore all’occhio ha reso necessaria una visita specialistica. Imbacuccato, e con la febbre a trentanove e mezzo, il bimbo è stato portato dai genitori (sempre con la vettura di famiglia, in modo da evitare l’attesa del trasferimento con mezzi ospedalieri) al nosocomio di Eboli. Un’odissea tra i pianti del piccolo e la preoccupazione di chi, giunto al reparto di Oculistica in piazza Scuola medica salernitana, si è sentito rassicurare. Solo un colpo di freddo, per il ragazzino. Niente più. Con l’anima in pace, i giovani genitori, referto e figlio al seguito, sono dovuti tornare al Santa Maria della Speranza per le ultime visite, la diagnosi definitiva e la prognosi. Dalle 8 circa del mattino, l’odissea del piccolo si è conclusa intorno alle 13,45, quando la famiglia ha riguadagnato la strada per Eboli portando a casa il bambino ancora febbricitante.

Disagi, dunque, che sembrano non finire per gli utenti della Sanità salernitana. Corse tra reparti e tra ospedali obbligatorie in seguito ai tagli ed agli accorpamenti che hanno coinvolto i due ospedali della Piana del Sele. Al “tutto a posto per fortuna”, per la non gravità delle condizioni del piccolo di quattro anni, si affianca però lo sconforto di chi è costretto a barcamenarsi, ad andare avanti e indietro (con la pioggia, che ieri ha battuto la Piana, ed il freddo di dicembre) per vedere garantito il diritto alla salute ed alle cure mediche.

Esempi concreti di come il piano sanitario varato dai vertici dell’Asl spesso cozzi contro le esigenze ed il pragmatismo della vita di tutti i giorni. Un po’ quel che è stato il motivo della lotta portata avanti, nel corso del tempo, dal comitato spontaneo delle mamme per la difesa dell’ospedale di Eboli. Oggi costituitosi in associazione, il consesso ha anche incontrato, nel recente passato, il presidente della Regione, Stefano Caldoro, al quale sono stati sottoposti i motivi della protesta e le proposte per un riassetto del piano ospedaliero dopo la chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia e della soppressione del punto nascite (e della pediatria collegata) all’ospedale di Eboli. Nulla di grave, per fortuna, per quanto riguarda il caso del piccolo M.M. e per i genitori per i quali il calvario di una mattinata si è risolto con un grosso sospiro di sollievo.

Stefano C. Gallotta

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