Bambina al pedofilo La mamma chiede di essere interrogata

La donna di Pontecagnano avrebbe venduto la figlia Fissato l’incidente probatorio per ascoltare la 12enne

PONTECAGNANO FAIANO. Chiede di essere interrogata di nuovo la donna di Pontecagnano che dal 31 gennaio è in carcere con l’accusa di avere venduto a un presunto pedofilo la figlia di 12 anni. Secondo gli inquirenti gliela avrebbe consegnata per pochi spiccioli, somme dai 5 ai 15 euro con cui l’uomo, un 82enne della zona, l’avrebbe aiutata a tirare avanti. «Mi dava i soldi per le sigarette» ha detto la donna nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Stefano Berni Canani, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Ha negato però di immaginare uno scenario di abusi sessuali, che per il sostituto procuratore Elena Guarino emerge invece dalle intercettazioni telefoniche.

Per chiarire meglio cosa sia accaduto, la ragazzina sarà ascoltata a fine aprile dal giudice delle indagini preliminari, in un incidente probatorio alla presenza di inquirenti indagati e figure professionali che garantiranno alla dodicenne il sostegno psicologico. Solo dopo, in base a quanto emergerà nel corso dell’audizione, il gip deciderà se disporre anche la perizia ginecologica richiesta dalla Procura per accertare se la bimba abbia subìto rapporti sessuali completi. Al momento è un dato che non emerge dalle risultanze investigative, che in un solo caso confermano la presenza della 12enne davanti all’abitazione dell’anziano, nonostante i numerosi contatti tra quest’ultimo e la madre. Telefonate in cui la donna si offriva di accompagnare la figlia da lui (ora indagato per abusi sessuali su minore) e in qualche caso ne imitava la voce. «Mamma mi ha detto tutto, vi farò contento» una delle frasi intercettate dai carabinieri. E ancora: «Vengo e mi metto in mezzo a voi, come l’altra volta». Alla bambina sarà chiesto tra l’altro di chiarire davanti al giudice se in quelle occasioni era davvero lei a parlare al telefono, o se invece era la mamma a prendere al suo posto.

Con un passato di tossicodipendenza e una condizione socioeconomica tuttora precaria, per gli inquirenti la donna sarebbe solita prostituirsi e avrebbe cercato di coinvolgere anche la figlia. Lei ha negato tutto e adesso chiede che il giudice o il magistrato l’ascoltino di nuovo. Da quasi tre mesi è in carcere con le accuse di concorso in abusi sessuali su minori e organizzazione di prostituzione minorile. Con lei c’è la figlia più piccola, di pochi mesi, che presto però potrebbe esserle sottratta. In una lettera lei chiede che sia affidata ai nonni, ma intanto al Tribunale per i minorenni è in corso l’iter per la revoca della potestà genitoriale anche nei confronti di questa seconda bambina. La prima è già al sicuro, in una casa famiglia fuori regione.

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