Baldi prosciolto, non ci fu corruzione

Era accusato di aver favorito la figlia di un imprenditore in un concorso. Per il giudice “il fatto non sussiste”

“Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”. Con questa formula il giudice dell’udienza preliminare Emiliana Ascoli ha prosciolto dall’accusa di concorso in corruzione il consigliere regionale Giovanni Baldi, l’imprenditore cavese Gesuè Elio De Sio e la figlia Roberta, dipendente provinciale. Secondo il gup non vi sono elementi per poter sostenere in un processo l’accusa formulata dal sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro, secondo il quale i tre sarebbero stati protagonisti di uno scambio corruttivo che da un lato aveva il finanziamento della campagna elettorale del consigliere e dall’altro un posto di funzionario in Provincia. Un’ipotesi che il gup ha giudicato insussistente, accogliendo le tesi dei difensori Agostino De Caro, Danilo Laurino e Lodovico Di Brita.

La vicenda risale alla campagna elettorale del 2010, quando Baldi era candidato nella lista del Pdl per il consiglio regionale e la Provincia del presidente Edmondo Cirielli doveva completare la procedura concorsuale avviata dalla precedente giunta per l’assunzione, tra l’altro, di funzionari contabili. Il numero di quei posti fu ampliato e uno se lo aggiudicò Roberta De Sio, con una procedura che secondo la tesi della Dda sarebbe stata influenzata dall’apporto dato del padre Gesuè alla competizione elettorale di Baldi. Nelle carte dell’inchiesta si parlava 20mila euro, che l’imprenditore avrebbe consegnato nelle mani del politico ottenendone in cambio un interessamento per la figlia. Baldi ha sempre negato, smentendo sia di aver interferito con il concorso a Palazzo Sant’Agostino sia di aver ricevuto i 20mila euro. «Erano solamente 5mila – ha detto sin dall’inizio al magistrato – regolarmente dichiarati nell’elenco dei contributi elettorali». Gli inquirenti però non gli hanno creduto, e hanno formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio respinta ieri dal giudice.

In precedenza era stato lo stesso pubblico ministero a chiedere l’archiviazione dell’accusa di abuso d’ufficio nei confronti del presidente della commissione giudicatrice del concorso, Graziano Lardo (sindaco di Contusi), e degli altri quattro componenti dell’organismo. La responsabilità di aver orientato l’iter ricadeva secondo gli investigatori solo su Baldi, che nonostante non ricoprisse più l’incarico di assessore provinciale (si era dimesso proprio per candidarsi alla Regione) avrebbe però conservato la sua influenza sull’Amministrazione, anche in virtù dei rapporti politici con l’allora presidente Cirielli. Anche questa ipotesi è però venuta meno con la pronuncia del gup, che ha ritenuto superflua l’apertura di un processo.

A carico di Baldi resta invece in corso un’altra inchiesta, quella sui “falsi invalidi” che un anno fa lo portò agli arresti domiciliari. Gli atti furono poi inviati per competenza territoriale a Nocera, dove il nuovo magistrato assegnatario ritennne di non dover chiedere misure cautelari. Ora il fascicolo è di nuovo a Salerno, in ossequio alle nuove regole sulla competenza.

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