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B&B nel Convento, il Comune: «Informeremo Papa Francesco»

CAPACCIO. «I locali del convento appartengono a tutti i capaccesi, che hanno il diritto di frequentarli liberamente, non penso sia giusto l’uso che viene fatto oggi della struttura. Sembra abbastanza...

CAPACCIO. «I locali del convento appartengono a tutti i capaccesi, che hanno il diritto di frequentarli liberamente, non penso sia giusto l’uso che viene fatto oggi della struttura. Sembra abbastanza singolare che un bene donato ai francescani per svolgere compiti in favore della comunità, sia destinato oggi ad un bed and breakfast». Questa la posizione del vicesindaco Nicola Ragni sul convento di Sant’Antonio dove è allestito il museo nei percorsi del “Grand tour” destinatario di uno sfratto esecutivo.

Il provvedimento fa seguito alla bocciatura in Appello del ricorso presentato dalla Fondazione “Vico”, e i legali della Provincia religiosa salernitano-lucana dell’Immacolata Concezione hanno riavviato la procedura per rendere esecutivo il dispositivo sospeso dal Tar. L’amministrazione del sindaco Italo Voza nell’ultimo consiglio, che sull’argomento ha visto un vivace scontro tra maggioranza e il consigliere di opposizione Gennaro De Caro, ha ribadito la pubblica utilità dell’immobile. «In consiglio – afferma Ragni - abbiamo voluto affermare il principio che i locali del museo dovranno essere destinati anche in futuro a fini di pubblica utilità. Non c’è alcuna velleità di esproprio, anche per rispettare i termini della donazione del 1933 fatta dal Comune ai frati minori. Nella querelle tra il museo ed i francescani, che vogliono sfrattarlo, il Comune non vuole entrare, ma valuta l’ipotesi di chiedere il rispetto dei termini della donazione sull’intero stabile oggi ex convento».

Della vicenda sarà interessato Papa Francesco. «Plaudo all’iniziativa del consigliere Farro che intende inviare tutta la documentazione al Papa. Nulla contro i frati ma per rispetto verso il popolo di Capaccio, occorre che venga ristabilita la legalità. Nessun esproprio, nessuna azione contro i francescani ma dovrebbero essere i primi ad essere d’accordo con noi».

Sulla vicenda De Caro ribatte: «Sa bene il vicesindaco che affinché i locali, siano destinati a fini di pubblica utilità, è necessario l’esproprio. Vi è l’obbligo per il Comune di agire nel rispetto dei termini di decadenza quinquennale, altrimenti il vincolo decade. È evidente che l’amministrazione, abilmente manipolata da qualche suo eminente membro, vuole sottrarre i locali ai frati per metterli a disposizione di una Fondazione privata che lucrerà sui (pochi) biglietti d’ingresso e sui contributi che dovrebbero essere erogati dalla Regione. Dove sta dunque l’interesse generale?».

Angela Sabetta

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