Avvocati a lezione di eloquenza da Proietti

L’attore al Grand Hotel ospite del convegno organizzato dall’Ordine forense salernitano

SALERNO. Lezioni di eloquenza da un maestro d’eccezione. Per la folta platea di avvocati che ha gremito la sala del Grand Hotel di Salerno, la lectio magistralis di Gigi Proietti ha sicuramente lasciato il segno. Mattatore, trasformista, grande comunicatore, l’attore è stato ospite dell'evento “Quando l’eloquenza e la comunicazione diventano arte”, organizzato dal Lapec , il Laboratorio permanente esame e controesame e giusto processo, e patrocinato dal Consiglio dell’ordine degli avvocati.

Rispondendo alle domande del penalista Giovanni Sofia, Proietti ha ripercorso parte della sua poliedrica carriera. Soddisfatto Sofia, per il quale la presenza dell’attore ha rappresentato una piccola vittoria: «L’idea di avere a Salerno Proietti è partita dal corso di eloquenza e comunicazione che ho organizzato».

L’anello di congiunzione tra mondi, apparentemente diversi - l’universo dello spettacolo e quello pragmatico degli avvocati - sta proprio nell’eloquenza, nell’arte della persuasione, di cui l’istrionico attore è indiscusso maestro. «Il terreno comune tra le nostre professioni - ha sottolineato Proietti - sta forse nella capacità di utilizzare un linguaggio per convincere chi ci sta di fronte». E ha subito portato l’esempio recitando “Il lonfo”, una delle poesie metasemantiche contenute nel libro di Fosco Maraini. «C’è pure - ha spiegato l’attore - chi riesce a recitare senza dire nemmeno una parola. Nel libro di Maraini ci sono parole inventate, per recitarle si deve usare un’intonazione particolare, insomma, fare come se si dicessero parole vere e ad ogni fonema si dà il significato che si vuole».

«C'è una similitudine - ha sottolineato Sofia - tra questo tipo di approccio e quello dell’avvocato, che un tempo solo in arringa poteva esprimersi. Oggi invece anche l’avvocato è sul palcoscenico, per lui è essenziale la comunicazione e, attraverso l’eloquenza, cerca di convincere l’interlocutore della bontà della sua visione». Una visione condivisa da Proietti: «Nello svolgimento della professione gli avvocati diventano veri attori di scena, devono saper usare concetti e parole al momento giusto. Mi sono iscritto anch’io - ha confessato infine - alla facoltà di giurisprudenza, poi però ho rinunciato. Ho scelto il teatro e del teatro sono ancora innamorato».

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