«Avvertimmo l’Italia dell’affare Scarano»

Una lettera fu spedita un anno fa dalla Gendarmeria del Vaticano. Avrebbe denunciato il rientro di capitali dalla Svizzera

La gendarmeria del Vaticano “denunciò” alla polizia italiana gli strani movimenti di monsignor Scarano. Lo rivelano ambienti della Santa Sede, in risposta alle critiche sul comandante delle guardie vaticane, Domenico Giani, per la disponibilità mostrata quando don Nunzio gli chiese di fare pressioni sull’agente segreto Giovanni Zito perché gli restituisse 400mila euro.

La lettera alle autorità italiane risale al 12 novembre del 2012, nove mesi prima dell’arresto ma quando l’indagine romana era già in corso da circa un anno. La gendarmeria del Vaticano avrebbe avvertito la polizia che l’alto prelato era coinvolto in un piano per far rientrare in Italia dalla Svizzera una grossa somma di denaro utilizzando un aereo dei servizi segreti. E forse proprio le confidenze di don Nunzio a Giani, sul viaggio di Zito nel luglio 2012, misero in allerta la Santa Sede. Del 2012 è l’apertura a Roma del procedimento penale per riciclaggio, in cui sono coinvolti anche gli armatori salernitani Paolo, Cesare e Maurizio D’Amico che secondo l’accusa erano i proprietari dei 20 milioni di euro che si era cercato di far rientrare dalla Svizzera. L’altro fascicolo, quello per corruzione che ha determinato gli arresti, porta la data del 2011 e agli atti ci sono intercettazioni telefoniche sull’utenza di Scarano che risalgono al marzo del 2012, quattro mesi prima che il religioso, l’agente segreto e il broker finanziario Giovanni Carenzio provassero a riportare in Italia venti milioni depositati in Svizzera. Da cosa sia nata quell’inchiesta non è ancora chiarito: un’ipotesi accreditata è che sulle tracce del contabile salernitano dell’Apsa (l’istituto di amministrazione del patrimonio vaticano) gli inquirenti siano arrivati indagando sugli affari dello Ior; ma non si esclude nemmeno che da oltretevere fossero arrivate altre segnalazioni. Se lo chiede lo stesso Scarano, che in più occasioni ha adombrato complotti nei suoi confronti e che per scoprire tutte le carte ha deciso di essere processato con il rito ordinario, a differenza dei presunti complici che a gennaio archivieranno la vicenda con un rito abbreviato. A Roma il processo a don Nunzio inizierà il 3 dicembre, mentre per il riciclaggio del 2009 a Salerno le indagini sono ancora in corso. (c.d.m.)

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