Aviosuperficie, ci siamo «Sarà pronta nel 2020» 

L’annuncio del sindaco dopo l’affidamento dei lavori, consegna entro 540 giorni La nuova pista passerà da 950 a 1440 metri e potrà ospitare i Canadair

TEGGIANO. Ci vorranno poco meno di due anni per completare a Teggiano i lavori di completamento dell’aviosuperficie. Ad annunciarlo è stato il primo cittadino della Città Museo del Vallo di Diano, Michele Di Candia. «I lavori - ha spiegato il sindaco - sono stati consegnati alla ditta Acamar che ha vinto la gara di appalto e la consegna è prevista entro 540 giorni».
La vicenda legata alla gara di appalto intanto si è conclusa definitivamente nei giorni scorsi davanti al Tar di Salerno con il ritiro sia del ricorso presentato da una ditta di Battipaglia, che inizialmente aveva vinto la gara e poi era stata esclusa dalla commissione di gara per la mancata presentazione di una integrazione alla documentazione inviata per partecipare alla gara, sia del ricorso incidentale presentato da un’altra società che aveva partecipato alla gara di appalto.
Al termine del processo amministrativo il Comune è riuscito anche ad evitare il pagamento della somma di duemila euro per le spese processuali avendo ottenuto la manleva dal pagamento da parte della ditta che sta eseguendo i lavori. Il progetto definitivo di completamento, approvato nel 2015, prevede una spesa complessiva di 2.240.000 euro, cifra che ha avuto un ribasso di 465mila euro.
La costruzione dell’infrastruttura che si trova in località Barca è iniziata nel 1997. Una prima parte dei lavori di ampliamento aveva preso inizio alcuni anni fa per fare in modo che la pista passasse da una lunghezza di 950 metri ai 1.440 metri, ampliando le possibilità d’uso a nuove tipologie di velivoli, in questo modo la distanza disponibile per il decollo di 1320 metri e la distanza disponibile per l’atterraggio di 1200 metri. Ciò permetterà di poter accogliere i Canadair dei Vigili del fuoco utilizzati per il servizio antincendio.
La storia dell’aviopista è particolarmente tormentata e nel corso degli anni è stata anche oggetto di una inchiesta giudiziaria che aveva portato al sequestro del cantiere e al rinvio a giudizio di alcuni tecnici del Comune. I fatti risalgono al 2010 e dopo 3 anni arrivata la sentenza del processo di primo grado che ha assolto con formula piena tutti gli imputati. I tecnici erano stati accusati di aver appaltato e consentito i lavori senza aver preventivamente richiesto e ottenuto la valutazione di impatto ambientale, trattandosi di un’area attigua al Parco Nazionale.
Erminio Cioffi
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