Autuori: «Estraneo all’estorsione»

L’interrogatorio di uno degli arrestati per le intimidazioni a un imprenditore

«Sono estraneo ai fatti, solo conoscente della vittima». Rocco Autuori, 34 anni, di Eboli, uno degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta sull’estorsione al cantiere di via Ligabue, dinanzi al gip Sergio De Luca ha rigettato tutte le accuse, dichiarandosi pronto a collaborare con la magistratura. Il suo difensore di fiducia, il penalista Edoardo Rocco, presenterà a giorni istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame di Salerno. Autuori, allo stato, è detenuto agli arresti domiciliari.

Gli arrestati – secondo l’accusa – pretendevano, anche sotto minaccia di una pistola, che un imprenditore di Battipaglia affidasse a loro la committenza di un lavoro di rifinitura di una palazzina privata nel centro della città. I lavori, stimati intorno ai 70mila euro, erano stati affidati ad un’impresa edile del Casertano. In questi giorni i carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Giuseppe Costa, hanno eseguito le ordinanze di misura cautelare, decise dal tribunale di Salerno, a carico di Antonio Barbato, 45 anni, finito agli arresti domiciliari, che sarebbe – secondo le indagini della procura di Salerno – il mandante dell’estorsione al titolare della palazzina, insieme ad Autuori, e del rumeno Valerica Tihu, 24 anni, ritenuti gli esecutori materiale dell’estorsione. Un complice rumeno, invece, è stato localizzato già nel suo paese di origine.

La vicenda giudiziaria ha origine il 22 ottobre scorso quando, nel cantiere di via Ligabue, si presentano – secondo la pubblica accusa – Autuori e i due rumeni. Gli operai dell’impresa casertana denunciano che avevano una pistola e intimarono di abbandonare subito i lavori perché li doveva eseguire un’altra ditta. L’accaduto fu denunciato ai carabinieri di Battipaglia. La svolta nelle indagini arriva qualche tempo dopo, quando il committente – molto noto in città – viene avvicinato in un bar da tre persone dell’Est. A quell’incontro c’era anche una pattuglia del nucleo operativo della locale compagnia dell’Arma. Alla vittima fu detto: «Devi cacciare i casertani dal cantiere».

Massimiliano Lanzotto

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