Autotrasportatori Alis: «Strumentale la minaccia di stop» 

L’Associazione logistica dell’intermodalità contro lo sciopero «Avrebbe delle ripercussioni sull’intero sistema regionale»

L’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile si schiera contro lo sciopero degli autotrasportatori, nel porto di Salerno, proclamato dalla Federazione autotrasportatori italiani. E diffida la Fai ed i suoi vertici dall’intraprendere la serrata, valutando possibili azioni legali a tutela dei suoi associati «dirette a ristorare i danni economici e d’immagine che scaturirebbero da uno sciopero infondato».
Una presa di posizione piuttosto dura che segue l’esposto presentato, all’Antitrust e al ministero dei Trasporti, da Grimaldi Euromed per evitare che i camionisti incrocino le braccia. Perché a detta di Grimaldi, lo sciopero è stato proclamato «nel momento esatto in cui Cin ha avviato le due nuove linee Napoli-Catania e Napoli-Malta, una delle quali, la Napoli-Catania, si pone in rapporto di diretta concorrenza con la linea per Catania che Grimaldi opera da Salerno».
Secondo l’Alis l’astensione dal lavoro degli autotrasportatori a Salerno (a partire dalla mezzanotte del 21 maggio e fino alla mezzanotte del 25 maggio) è infondata. «Esprimiamo preoccupazione – sottolineano dall’Alis – per l’iniziativa che contribuisce ad aggravare il problema anziché a risolverlo, e restiamo al fianco delle imprese che operano in libero mercato nel porto di Salerno e vedono la propria attività d’impresa messa a rischio dalla incredibile minaccia di una serrata di 5 giorni». L’Alis, altresì, definisce “strumentale” lo sciopero, ritenendo che possa «ripercuotersi negativamente non solo in ambito salernitano, ma nell’intero tessuto campano e su tutto il sistema Paese, con danni gravi per le aziende e gli operatori che forniscono servizi intermodali».
E, inoltre, sposa la tesi di Grimaldi, sostenendo come con la decisione d’incrociare le braccia si voglia «aiutare il lancio di nuovi collegamenti presso porti vicini da parte di operatori più interessati a sé che alle imprese del settore». Proprio per questo motivo l’Alis si schiera apertamente contro lo sciopero: «Diciamo con forza no – puntualizzano – a una serrata promossa per interesse privato e sì al confronto con le istituzioni competenti per stimolare investimenti e far crescere e tutelare l’occupazione, avendo ben chiara la differenza tra la tutela degli interessi delle imprese e del settore e il perseguimento di finalità egoistiche e di pregiudizio per l’attività di impresa».
Una visione, dunque, diametralmente opposta a quella della Fai, che con lo sciopero vuole denunciare «le carenze del porto, tra cui le difficili condizioni lavorative, a partire dalle pessime condizioni di viabilità che, a detta degli operatori del settore, non sono idonee a garantire la sicurezza del personale viaggiante». E, ancora, tra i problemi posti sul tavolo delle trattative le lungaggini all’ingresso e all’uscita dei varchi, che sono conseguenza diretta, come puntualizzano gli associati al Fai, della lentezza delle operazioni terminalistiche relative all’import e all’export, che spesso rende impossibile il rispetto delle norme europee, che riguardano l’orario di lavoro e i tempi di guida e di riposo dei conducenti. La fascia oraria più a rischio è quella che va dalle 13 alle 17, che è il secondo “viaggio” dopo il primo sbarco delle 7,30. Le problematiche dello scalo cittadino, tuttavia, investono pure altri campi, come il parcheggio selvaggio lungo la tangenziale interna al porto, che ostacola e, a volte, addirittura blocca, sia in entrata che in uscita, il normale flusso dei mezzi.
Gaetano de Stefano
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