IL CASO

Autismo, l’assistenza negata: i genitori salernitani costretti a fare da soli

C’è un evidente scollamento tra la scuola, l’Asl ed il Comune

SALERNO - Ancora grandissima confusione e scandalose negligenze rischiano di trascinare nel baratro le famiglie con figli autistici. Un pasticcio legislativo non riesce ad arrestarsi neanche di fronte al diritto dell’assistenza. Sarebbe più opportuno parlare di assistenza negata a Salerno, dove le ripetute richieste dei genitori restano puntualmente disattese. A disciplinare le attività di assistenza di patologie dello spettro autistico ci ha pensato la legge nazionale 134 del 2015. Poi lo scorso anno, con la legge regionale 26 del 28 settembre 2017 si era intravisto anche in provincia una possibilità di risoluzione. La legge metteva le famiglie al centro del progetto, prevedeva l’istituzione di commissioni tecnico scientifiche, una consulta, la partenza di un centro unico per la neuropsichiatria dell’infanzia e l’adolescenza. Si è trattato, però, di un’illusione perché lo scorso dicembre è stata poi impugnata dal Governo, in quanto la norma interferiva con le funzioni del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro del disavanzo sanitario in Campania e contrastava coi principi dell’attualità e della certezza della copertura finanziaria. In sostanza, ad oggi, quella legge non può essere più recuperata e può considerarsi al momento morta. E se a Salerno si continua a brancolare nel buio, in provincia di Benevento già da molti mesi, grazie all’attività di regia dell’Asl, si è riusciti a creare una rete di interventi coordinati e mirati verso un progetto globale attraverso una presa in carico diretta, conformemente alle disposizioni della legge 134, con la creazione di short list di figure specialistiche. A Salerno no: avere una diagnosi precoce è impossibile e anche i piccoli passi in avanti che vengono fatti attraverso l’impegno dei genitori, finiscono col cadere nel vuoto. Si è arrivati addirittura a fermare il progetto pilota deliberato nel settembre 2017 e allo stato attuale rimane un evidente scollamento tra l’azione dell’Asl, della scuola e del Comune.

Rossella Fusco