Authority, Delrio chiude la porta a Salerno

Confermato il coordinamento unico per la Campania. Assostutela prudente. I sindacati: «Vanno tutelati i posti di lavoro»

SALERNO. Un’unica testa ma con due braccia autonome. È questo il disegno che il Governo ha in mente per il futuro delle Autorità portuali di Napoli e Salerno che, secondo il contenuto del decreto legislativo sul riordino dei porti, andranno ad accorparsi insieme con il porto di Castellamare di Stabia, formando così un’unica Autorità strategica regionale. A spiegarlo è stato il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Graziano Delrio, ieri a Napoli insieme al presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, per partecipare ad un convegno organizzato dall’ordine dei Commercialisti. Delrio, incalzato dai giornalisti, ha chiarito meglio il senso del provvedimento approvato in Consiglio dei Ministri ed ora all’esame delle commissioni parlamentari. Alle Autorità di Napoli e Salerno saranno garantiti «pari equilibri e pari dignità» ma – ha spiegato il ministro – insieme possono diventare un punto di riferimento insostituibile per il rilancio del Mezzogiorno continuando a rafforzare l’autonomia delle sedi «ma con un unico coordinamento». Noi – ha proseguito – abbiamo proposto un’aggregazione e questo significa che Salerno non si annulla dentro Napoli perché nasce una nuova cosa della Campania».

Insomma, nessuna intenzione di rivedere nel complesso il progetto di riforma, meno che mai garantire a Salerno quell’autonomia che altri porti hanno conservato pur nell’ambito del processo di accorpamenti. Ma la flebile apertura di Delrio rasserena un po’ il clima in città. Da Assotutela, l’organizzazione che raggruppa le principali imprese del settore a Salerno, trapela un sentimento di «forte attenzione verso le dichiarazioni del ministro» auspicando che si vada verso la direzione di «conservare l’autonomia del porto» anche in assenza della sede dell’Autorità portuale.

Sul fronte politico ed istituzionale, continuano i contatti con i parlamentari che, proprio in sede di esame del testo di legge, molto potrebbero fare per cercare di apportare delle modifiche che possano tutelare los calos alernitano. Anche nel mondo del sindacato le parole del ministro Delrio vengono accolte con cauto ottimismo e con molte perplessità. «Per noi – ha detto il delegato sindacale della Uil Trasporti, Antonello Guerrazzi – contano i fatti e non le parole. L’unica cosa che chiediamo è che tutti possano conservare il proprio posto di lavoro e che si conservino gli attuali livelli dei traffici. Loro possono garantirci questo? Allora qualcuno venga qui e ce lo dica. Non accetteremo strumentalizzazioni da parte di nessuno: per noi va bene qualunque soluzione da un punto di vista della gestione politica. Le nostre preoccupazioni nascono dal fatto che questo nuovo assetto possa influenzare la sinergia che si è creata tra lavoratori, imprese, Autorità e Capitaneria di Porto che, in questi anni, ha consentito di garantire il lavoro a tutti e di far crescere le attività dello scalo».

Il messaggio, insomma, è abbastanza chiaro: al primo posto di lavoro che dovesse saltare a causa del nuovo assetto dei porti, la mobilitazione che finora è stata portata avanti con l’obiettivo di aprire un canale di dialogo costruttivo, sensibilizzando e coinvolgendo anche la città, potrebbe passare ad uno step successivo, innalzando anche il livello di scontro. Da Salerno, infatti, i livelli locali del sindacato lamentano anche una pressoché assenza dei loro vertici nazionali che sull’argomento non hanno ancora preso una posizione forte e chiara. La partita sul porto resta quindi ancora aperta.

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