Aumentano i casi di sifilide in città

Solo nel 2015 ci sono state sedici segnalazioni. I dati forniti dall’Arcigay

SALERNO. In città quattro su quattro hanno eseguito il test dell’Hiv e sono tutti risultati sieropositivi. Queste analisi sono state effettuate solo due settimane fa al Centro Giusy del distretto dell’Asl in via Vernieri, ma in quella struttura arrivano ogni anno circa 250 persone interessate a verificare se hanno contratto o meno il virus. E in media, nel centro di via Vernieri, negli ultimi tre anni, 10 persone all’anno hanno scoperto di aver contratto la “malattia”. E di casi limite se ne trovano tanti: ad esempio un 60enne ha scoperto il contagio e da lì sono iniziate anche le preoccupazioni non solo per la sua salute, ma per l’eventuale trasmissione del virus alla moglie. Ci sono anche donne che si prostituivano e che, rimaste incinte, si sono rivolte al centro per controllare le loro condizioni di salute e, grazie al sostegno di associazioni come ArciSalerno, hanno seguito un percorso di sostegno che le ha portato a cambiare vita. I dati sono stati forniti da Arcigay Salerno in occasione dell’incontro promosso ieri a Palazzo di Città, insieme all’associazione Arci Salerno.

L’allarme lo ha lanciato il presidente dell’associazione Arcigay, Ottavia Voza, quando ha annunciato che «l’Asl ha deciso di privare il centro Giusy dell’ambulatorio. In pratica la responsabile, Maria Lanzara, non ha più un luogo dove fare attività di counseling ed effettuare i test. Ora di volta in volta deve trovare una stanza libera, quando e se è disponibile». Tutto questo per l’associazione è gravissimo, perché oltre al test dell’Hiv nell’ambulatorio si eseguivano anche indagini per l’epatite b, c e per la sifilide. E il secondo allarme, infatti, lo ha lanciato proprio il vicepresidente di Arcigay, Francesco Napoli, che ha parlato di un aumento in città dei «casi di sifilide, quest’anno saliti a 16». Insieme al consigliere comunale, Emiliano Torre, sta cercando di attirare l’attenzione delle istituzioni per ridare di nuovo l’ambulatorio alla struttura sanitaria di via Vernieri. «Coinvolgeremo la commissione comunale per le Politiche sociali – ha dichiarato Torre - e chiederemo la presenza del dirigente del distretto sanitario Antonio Lucchetti. Faremo un sopralluogo presso la sede dell’Asl e chiederemo l’intervento del sindaco». Ma chi si rivolge a quel centro? Alessandra Galatro, responsabile del progetto “Arci fuori tratta”, più giorni a settimana, lungo la fascia litoranea, è riuscita ad entrare in contatto «dal 2008 a oggi con tante prostitute e 1800 di queste hanno seguito l’accompagnamento sanitario presso il centro di via Vernieri. Hanno beneficiato di consulenza psicologica, visite ginecologiche e effettuato test. Il 20 per cento di loro è risultato colpito da malattie sessuali trasmissibili e tra queste l’Hiv». (m.c.)

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