Auditorium verso la cogestione 

Il sindaco Napoli pensa a una manifestazione di interesse. In “gara” Conservatorio e coro del Verdi

Sulla data dell’inaugurazione c’è una generica promessa ad aprire entro l’inizio dell’anno. Intanto i giorni passano, ma di spettacoli più o meno in pompa magna per far vivere finalmente quegli spazi a picco sul mare non c’è traccia. Non solo, perché su chi dovrà essere, poi, a gestire il mega auditorium di via de Renzi ancora le idee sembrano essere parecchio nebulose. A poco più di un anno dalla chiusura del cantiere dell’opera costata 10 milioni di fondi europei, la Casa della musica rimane ancora deserta, abbandonata e in attesa che si sciolga il nodo su chi avrà in gestione quegli spazi, anche interattivi, realizzati ad hoc per studiare, comporre e suonare.
L’idea espressa dal sindaco, Vincenzo Napoli, sarebbe quella di far passare l’assegnazione delle tre sale (la principale da 325 posti e le altre due da una settantina per un totale di quasi 500 poltrone) attraverso una manifestazione pubblica d’interesse. Il punto centrale, per il primo cittadino «è che quella struttura sia messa a reddito, faccia profitto e cammini da sola dal punto di vista economico». Parametri che, secondo le valutazioni che sta facendo il sindaco, non escluderebbero a priori l’inclusione nella partita del Conservatorio Martucci che avrebbe un gran bisogno di quelle aule visto che i talenti della musica salernitana sono costretti in aule anguste e non insonorizzate. Si sta ipotizzando, quindi, una sorta di cogestione da parte di più soggetti, tra i quali si potrebbe aggiungere anche il Conservatorio. Studenti e docenti per ora stanno a guardare, mentre la direttrice Imma Battista, ribadisce di essere pronta, «fin da subito, a prendere parte a un tavolo di concertazione nel quale definire, in sinergia con l’amministrazione, come gestire questi spazi. E, per quanto riguarda il Conservatorio, siamo aperti a qualsiasi proposta, purché si apra l’auditorium e si faccia vivere quelle sale».
«Non abbiamo spazi, quindi – insiste la direttrice – l’apertura dell’auditorium, per noi, significherebbe non doversi barcamenare nel cercare luoghi a pagamento nei quali i nostri studenti possano esibirsi e studiare. E – aggiunge – anche dal punto di vista dei costi di gestione, il Conservatorio potrebbe offrire il servizio di guardiania e di controllo grazie ai 23 addetti che ha a disposizione. C’è una contiguità quasi osmotica tra il Conservatorio e l’Auditorium che è praticamente compreso nel plesso. Una sorta di strettissimo vicinato. Quelle sale sarebbero un naturale sbocco e un unicum che arricchirebbe ancor di più le possibilità del Conservatorio che già vanta un altissimo livello qualitativo e di preparazione dei suoi docenti e degli ex allievi che danno ancor più lustro alla nostra Università della musica con le loro brillanti carriere in tutto il mondo». Ipotesi, quella di concedere parte della gestione dell’auditorium al Conservatorio, che convince anche molti consiglieri comunali, al di là delle appartenenze politiche.
Spettatori interessati alle vicende dell’Auditorium anche i cantanti del coro del teatro Verdi, finora relegati in una stanzetta squallida e fredda per fare le prove. Anche l’associazione ex allievi dell’Umberto primo si è offerta di essere parte in questione immaginando in quelle sale dei progetti, come i corsi di musica e di canto, rivolti ai figli delle famiglie meno abbienti, Una sorta di continuazione ideale di quella che fu la missione dell’Orfanatrofio Umberto I e, in particolare della sua banda che fu il trampolino e l’inizio del riscatto per tanti bambini che avevano trovato una possibilità di formarsi tra le mura dell’istituto.
Eleonora Tedesco
©RIPRODUZIONE RISERVATA