Auditorium e Polo, scoppia un caso a Vallo

L’opposizione: «Un teatro invece che la musica e l’aula consiliare al posto della sede universitaria»

VALLO DELLA LUCANIA. «Due importanti strutture a Vallo utilizzate per scopi diversi da quelli per le quali sono state concepite». E finanziate. A parlare è Emilio Romaniello, consigliere di minoranza, che spiega: «Il Polo Tecnologico non doveva diventare l’aula consiliare, funzione che svolge a tutt’oggi. Fui io stesso, durante l’amministrazione Cobellis, a curare il finanziamento di circa 200mila euro, insieme alla consigliera Mariarosaria Nese, attingendo dai fondi Por Campania. Lì doveva nascere un polo universitario. Avevamo infatti – precisa - preso contatti con alcune università telematiche e pensato di localizzarlo ad Angellara. Firmai la convenzione tra fine 2010 e inizio 2011. Ma con l’avvento di Aloia venne operata una variante, localizzandolo presso il palazzo dell’ex convento dei domenicani, poi battezzato “Palazzo della Cultura”. E di fatto – sottolinea - con quei soldi hanno arredato l’aula consiliare, utilizzando un finanziamento che doveva servire invece ad aule didattiche per videoconferenze e seguire lezioni universitarie a distanza. Ufficialmente – evidenzia - non si sa l’aula consiliare dove sia, in quanto se loro dovessero ammettere che è quella dove si svolge ora il Consiglio, potrebbe essere revocato il finanziamento. Ora – conclude - per mettere una pezza, rincorrono le università telematiche, si parla di Pegaso, e stanno verificando cosa serve per fare aule universitarie idonee all’uso».

Ad esprimere dubbi in merito su un’altra struttura, inaugurata qualche mese fa, è invece il consigliere Pietro Miraldi, ex assessore al bilancio. «Ma l'Auditorium De Berardinis - chiede - non doveva essere un luogo dove ascoltare musica? E invece ci si fa una stagione teatrale per fare concorrenza al Teatro “La Provvidenza”, una delle poche realtà che funziona a Vallo». E aggiunge: «come è stato affidato e con quale corrispettivo: esiste un bando? E pensare che quando fu deliberata la convenzione col Conservatorio di Avellino, al modico prezzo di 70mila euro annui, io presi le difese della coop che gestisce il Parco della Musica che già lavorava, a costo zero, con quello di Salerno, il sindaco disse che non si potevano avere due conservatori in città. E due teatri sì?». La gestione dello stesso, inoltre, doveva essere affidata ad una fondazione partecipata, ma ad oggi non se ne ha notizia.

Andrea Passaro

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