Attraversava sulle strisce Falciato da un’autovettura

Maiori sotto choc per la morte del noto imprenditore Giovanni D’Onofrio Lavorava da anni in Veneto ma tornava spesso dai suoi parenti in Costiera

MAIORI. Noale, in provincia di Venezia, era la sua seconda casa. Lì, infatti, aveva diretto, per circa vent’anni, la Vis alimentari, azienda di surgelati e, anche dopo la pensione, ritornava spesso in quell’angolo del Veneto, dove aveva lasciato tanti amici.

Ma, per un strano e oscuro scherzo del destino, proprio in quella città Giovanni D’Onofrio, 72 anni, originario di Maiori, ha terminato il suo percorso terreno. L’uomo, infatti, è stato investito, sulle strisce pedonali, da un’autovettura condotta da una donna di Eraclea, un paese a pochi chilometri da Jesolo, ed è morto sul colpo. La notizia della prematura e improvvisa scomparsa di Nino, come era chiamato da conoscenti e amici, ha fatto rapidamente il giro di Maiori, lasciando un vuoto incolmabile tra tutti quelli che lo conoscevano.

Del resto il 72enne era una persona affabile e sempre disponibile, con la battuta sempre pronta e il sorriso contagioso, e nonostante avesse ricoperto, per tanti anni, ruoli manageriali di estrema delicatezza, era rimasto semplice e spontaneo. A Maiori era ritornato dopo l’esperienza veneta, con tutta la sua famiglia, la moglie Maria, i figli Michele, Anna e Mimmo. Tra i suoi hobby c’era la pesca, una passione che aveva saputo tramandare anche ai nipoti, in particolar modo ad Andrea, e spesso, quando si trovava sul comprensorio amalfitano, cercava di dedicarsi al suo passatempo preferito. Perciò la sua tragica dipartita ha lasciato tanta tristezza tra tutti coloro che hanno potuto apprezzare le sue qualità.

Prerogative caratteriali che riconoscevano anche a Noale, dove il 72enne non mancava di tornare per alcuni periodi dell’anno, anche dopo aver lasciato, per raggiunti limiti d’età, la direzione della società. E, mercoledì, intorno alle 19 e 15, si stava dirigendo a casa di amici, per trascorrere una serata all’insegna della compagnia e dell’allegria. In base alla ricostruzione fatta dagli investigatori, come era solito fare, si era mosso a bordo della bicicletta.

Terminata la pista ciclabile l’uomo ha attraversato la regionale sulle strisce pedonali, in corrispondenza dell’incrocio con via Mondini, ed è stato investito da una Lancia Y.

L’urto è stato violentissimo: d’Onofrio è “volato” sul cofano dell’utilitaria, ha sfondato con il corpo il parabrezza sul lato del passeggero, poi è caduto rovinosamente a terra alcuni metri oltre, rimanendo esanime sul ciglio della strada.

A nulla sono valsi i soccorsi, in quanto il suo cuore ha cessato di battere quasi all’istante. Tra i primi a precipitarsi sul luogo del sinistro e praticare le manovre salvavita è stato un infermiere, che ha provato a rianimarlo, purtroppo inutilmente, così come a nulla è servito l’intervento del team del 118. Sconvolti gli amici che lo stavano aspettando per la cena e che, invece, hanno avuto l’ingrato compito di avvertire i familiari che, immediatamente, sono partiti da Maiori.

«Abbiamo sentito un botto e un urlo – ha raccontato sconvolto Robis Vecchiato - e siamo scesi a vedere cosa fosse successo. Eravamo appena stati in vacanza da lui in Costiera amalfitana». Una tragedia che ha scosso tutti.

Gaetano de Stefano

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