L'INCHIESTA

Attentato all’Insonnia di Cava de' Tirreni, Avella a processo 

Il giovane pregiudicato è accusato di aver danneggiato con una bomba l’esercizio commerciale

CAVA DE TIRRENI. Affronterà il processo con rito immediato il prossimo mercoledì 25 ottobre il cavese Gennaro Avella, pregiudicato, accusato dell’attentato dinamitardo al bar “Insonnia Caffè” consumato nell’agosto scorso. Il processo si svolgerà davanti ai giudici della prima sezione collegiale del Tribunale di Nocera Inferiore, per l’accusa di porto in luogo pubblico di materiale esplodente e danneggiamenti. Avella, fu raggiunto da provvedimento di fermo da parte dell’autorità giudiziaria, subito dopo essere stato investito da un furgone: il mezzo era in viaggio sulla strada, poco dopo le 4 del 5 agosto.
Il ragazzo, vestito con giubbetto con cappuccio e pantaloni mimetici, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia, probabilmente con l’aiuto di un complice si avvicinò alla saracinesca abbassata del locale preparando a terra la bomba carta, per innescarla e farla saltare. Proprio allora, mentre fuggiva allontanandosi, Avella fu travolto da un furgone, investito con fratture multiple dal mezzo di una ditta di pulizie. Mentre correva in strada, senza guardare i veicoli, il furgone lo colpì lungo viale Marconi. L’autista, ascoltato dai carabinieri, provò a frenare senza riuscirci: solo dopo si accorse del locale danneggiato sul lato della strada.
Sul posto arrivarono i carabinieri e i soccorsi, mentre il ragazzo fu sottratto alla rabbia delle persone accorse dopo l’esplosione. Il giovane ferito fu portato in ospedale e arrestato con decreto di fermo emesso dalla Procura di Nocera Inferiore. Contro di lui, a completare le testimonianze, il video, determinante, che lo riprendeva mentre era impegnato nella preparazione e poi nella fuga dopo la bomba.
Secondo ulteriori investigazioni, sul posto c’era anche un altro ragazzo, riuscito a fuggire: il gip ha accolto la richiesta di processo con rito immediato, su istanza della Procura, con l’iter collegato all’esistenza di una solida e univoca base probatoria a carico, raccolta dai carabinieri della Tenenza di Cava. Per il bar si trattò del secondo atto intimidatorio in un anno, con punti oscuri sul movente. L’indagato dal canto suo non aprì bocca, incastrato alle sue responsabilità, individuato con elementi concreti quale bombarolo per l’episodio di inizio agosto. Sulla vicenda si svolgerà il processo con decreto di giudizio immediato disposto dal giudice, sulla base del materiale probatorio raccolto nell’inchiesta a suo carico. È difeso dall’avvocato Bonaventura Carrara.

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