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«Assunzioni scandalose e pilotate»

Caso Eco Servizi: Ferraioli va all’attacco ma Mauri minimizza

ANGRI. Non solo il presidente della commissione consiliare garanzia e controllo, Marcello Ferrara, ma anche il capogruppo consiliare del Pd-centrosinistra, Cosimo Ferraioli parla di poca trasparenza in tema di assunzioni all’Angri Eco Servizi.

«Non ho ancora capito all’azienda speciale come si assume il personale, –incalza Ferraioli- vogliamo saper quando hanno intenzione di far terminare questo mercimonio di contratti a tempo con i dipendenti. Io capisco le difficoltà economiche che costringono molti nostri concittadini a bussare alla porta del sindaco per tre mesi o un mese di lavoro all’AES. Allora, se non c’è nulla di male, perché Mauri non istituzionalizza queste richieste? Perché non creare una lista alla quale tutti i cittadini, che ne hanno bisogno, possono iscriversi, per avere la possibilità di prestare servizio temporaneamente presso l’azienda speciale? Dovete dire a tutti i cittadini che c’è la possibilità di lavorare per un periodo di tempo all’AES. Altrimenti date sempre il sentore che le cose non vengono fatte in maniera trasparente, ma clientelare». Getta acqua sul fuoco il sindaco Pasquale Mauri. «Innanzitutto è a mia conoscenza che l’azienda speciale ha fatto una gara per individuare quale poteva essere l’agenzia interinale a cui rivolgersi in caso di fabbisogno di personale. Ai tantissimi cittadini che si rivolgono al sindaco per lavorare io ho sempre detto che è competente l’agenzia interinale. A me risulta che l’azienda speciale si rivolge all’agenzia interinale».

Le dichiarazioni di Mauri, quindi, rappresentano l’altra faccia della medaglia. I sindacalisti d’azienda hanno espresso parere sfavorevole per le assunzioni lampo, evidenziando che «tali assunzioni oltre a creare precariato su precariato, determinano disparità di trattamento tra i lavoratori stessi, spreco di risorse finanziarie, rischio per la salute a causa delle mancate visite mediche, abbassamento drastico delle percentuali di raccolta per non aver fornito ai lavoratori un’adeguata formazione».

Maria Paola Iovino

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