Assunzioni fasulle In manette i Trapani

Costituite società di comodo per incassare i soldi dell’ente previdenziale Sono finiti sotto accusa anche due commercialisti. Sequestri per milioni

PAGANI. Sono scattati all’alba di ieri gli arresti domiciliari per il presidente della Paganese, Raffaele Trapani, e il fratello Antonino, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Inps, raggiunti da misura cautelare e da sequestro di beni in esecuzione della quinta parte dell’operazione “Mastro Lindo”.

Con loro sono stati denunciatianche i commercialisti di Sant’Antonio Abate, Mario e Luigi Calabrese, che sono stati raggiunti da provvedimento di fermo beni quali partecipi del raggiro nelle loro mansioni professionali. L’indagine portata avanti dagli uomini della sezione pg dei carabinieri della procura, guidati dal luogotenente Massimo Santaniello e dal nucleo ispettori del lavoro, col coordinamento del pm Lenza, ha portato al sequestro preventivo di beni per equivalente di 4 milioni e 123mila euro per i fratelli Trapani, e di oltre 2 milioni e 63mila euro per i Calabrese. L’attività inquirente, con i provvedimenti emessi dal gip Scermino, potrebbe intaccare le quote societarie della società di calcio, ipotesi in ogni caso residuale qualora il sequestro di altri beni non raggiungesse la somma prescritta. La ricostruzione della procura inquadra l’esistenza di una società committente, la Global Service srl, che otteneva servizi e prestazioni lavorative tramite la costituzione di due società fittizie, la Italian Work srl e la Europ Service srl, inesistenti se non allo scopo di produrre fondi ottenuti illecitamente dall’ente. I Trapani sono ritenuti «i capi dell’organizzazione criminale volta a realizzare truffe a danno dell’Inps, in netta posizione gerarchica di sovraordinazione rispetto agli altri correi».

Le indicazioni sui due arrivavano dalla seconda tranche dell’operazione che coinvolse l’imprenditore Antonio Toscano, l’ex magazziniere della Paganese Gaetano Visconti, i consulenti Maurizio Stella e Luigi Iovine. Incrociando le indicazioni raccolte nell’incidente probatorio con le firme sui documenti, emerge che Raffaele Trapani firmava i contratti simulati tra la Global Service, per l’accusa facente capo a lui, e le due società cartiera, con subappalti, relazioni e commesse, come nel periodo della lavorazione del pomodoro, mentendo ai funzionari dell’ispezione Inps sulla titolarità delle cartiere, che erano concretamente gestite dal fratello in un affaire, definito “smaccatamente familiare”.

Se Raffaele era uno dei registi, con corresponsabilità secondo il gip accertata, Antonino lo coadiuvava, subentrando nelle quote della Global, procacciando contributi, portando avanti gli incontri più delicati «quando si trattava di risolvere i problemi più scottanti delle società cartiere». Il fratello firmava e tutto sapeva. Al punto da nascondere le sue responsabilità con un atto di diffida, dopo aver capito che un’inchiesta coinvolgeva la Europ Service srl, per omessi contributi su lavori effettuati alla Giaguaro Spa e alla Effequattro. «La verità è che Trapani diffidava se stesso, perché la Europ Service era costituita e gestita dal fratello Antonino, dai fiduciari Toscano e Visconte, con l’appoggio di Stella. Consapevole che le cartiere, a lui riconducibili, non versavano contributi, mentre l’indagato cercava di costituirsi un carteggio di comodo per sottrarsi alle sue responsabilità. Accentuando un profilo personale di astuzia e malafede».

Alfonso T. Guerritore

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