Assestamento del bilancio Giallo sull’emendamento

Serviva a ripristinare l’equilibrio tra entrate ed uscite dopo la nota dei revisori Annunciato dalla maggioranza, è scomparso durante il lungo dibattito

Lo scontro politico fra maggioranza ed opposizione ha trovato terreno fertile nell’approvazione della manovra d’assestamento per il bilancio 2013. Ieri mattia in Consiglio comunale una quadratura era stata trovata ma un malinteso ha dato origine a quello che agli occhi dei più è sembrato essere «il giallo dell’emendamento concepito e mai nato». Il motivo principale dello scontro erano i 70 milioni di euro, conteggiati come entrate, proventi della vendita della Centrale del Latte e della cessione dei diritti edificatori. Due voci che i revisori dei conti avevano segnalato come entrate imprudenti. Tant’è che la maggioranza, in una delibera, aveva deciso di eliminarle ma senza eliminare l’impegno di spesa già assunto per quella stessa cifra. L’emendamento fantasma avrebbe dovuto chiarire quest’aspetto consentendo anche all’opposizione di poter votare la manovra.

«Questo bilancio - ha spiegato il consigliere Raffaele Adinolfi - è la dimostrazione delle scelte scellerate del passato, tutti i nodi vengono al pettine. Sarei contrario anche se il parere dei revisori contabili fosse favorevole. Avete inventato il bilancio non numerico, se si volessero ascoltare i revisori, dovevano andare via sia le voci di entrata che quelle di spesa. Questo comune ha anche deciso di vendersi i crediti per i prossimi vent’anni, grazie ad una procedura di factoring. Questi - ha aggiunto - si stanno impegnando anche i debiti dei nostri figli».

«Siamo sicuri di votare provvedimenti finanziari assolutamente legittimi» ha risposto senza indugio il consigliere di maggioranza Luca Sorrentino dopo le rimostranze dell’opposizione che ha sottolineato come «sotto a quella delibera manca la firma di De Luca». Inutile dire che la manovra è passata ma l’opposizione ha votato contro.

Per la prima volta l’amministrazione comunale è «impossibilitata a discutere il Bilancio di previsione 2014» aveva spiegato nella sua relazione introduttiva l’assessore al Alfonso Buonaiuto, motivando la vicenda con la «fluida situazione normativa sui tributi locali all’attenzione dei provvedimenti del Governo». Uno degli esempi è l’Imu: «L’amministrazione - spiega Buonaiuto - ha dovuto affrontare un percorso ad ostacoli per quanto concerne le tasse locali: Tarsu e la Tares, per arrivare alla Service tax suddivisa in Tari, che prenderà il posto della Tarsu o della Tia e in Tasi, poi è stato il momento della Trise, che è stata una meteora e ancora la Tuc e in fine, almeno per il momento, la Iuc, ma non dimentichiamo la Tia1 e la Tia2. Una Babele di sigle».

Un contesto definito «schizofrenico» dal delegato ai conti di Palazzo di Città che ha dunque espresso davanti all’assise la impossibilità a costruire alcun bilancio di previsione per l’anno a venire. Chiaro esempio può essere l’Imu che giunge ai Comuni passando per l’Agenzia delle Entrate. «Questa procedura - ha spiegato - da al Comune di Salerno un importo complessivo di quasi 15 milioni di euro a saldo negativo e precisamente 11 milioni e mezzo per la quota parte del gettito Imu che lo Stato non verserà al Comune e quindi 4 milioni per gli immobili di categoria D il cui gettito relativo all’aliquota base pari al 7,6 per mille è interamente di competenza dello Stato».

Carmen Incisivo

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