L'inchiesta

Assenteisti al "Ruggi", procedimenti disciplinari per i primari

Si tratta di una procedura "d'ufficio" a seguito dell'inchiesta penale in corso. Nel mirino una decina di professionisti che rischiano di veder macchiata la propria carriera

SALERNO. Procedimenti avviati “d’ufficio” - come conseguenza dell’inchiesta penale ancora in corso –-ma pur sempre procedimenti. E se anche rischiano poco o nulla, quei primari – si parla di un esiguo gruppo di professionisti – sulla cui condotta i vertici dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” hanno avviato indagini interne dopo lo scandalo dei badgisti, temono che la loro carriera possa essere irreparabilmente macchiata.

Non sono più di dieci in tutto, i dirigenti delle strutture complesse finite nel mirino della magistratura a cui nei giorni scorsi è stata notificata la contestazione mossa loro dalla dirigenza d’Azienda per chiarire le eventuali responsabilità del perpetuato assenteismo scoperto nei reparti.

Chi è stato inserito – d’ufficio solo perchè formalmente responsabile di quei dipendenti raggiunti da ordinanza cautelare dopo essere stati scoperti altrove in orario lavorativo – tra le persone destinatarie di procedimenti disciplinari dovrà seguire un iter ben preciso. E per sbrogliare la matassa è stato addirittura chiamato un giurista, Sergio Perongini, avvocato titolare di più cattedre presso l’Ateneo di Salerno ma soprattutto esperto di diritto amministrativo. Sarà lui, infatti, ad affiancare in ospedale chi ha già avviato un’indagine interna per valutare le responsabilità dei dipendenti facendo, quindi, da consulente alla commissione interna creata ad hoc per trattare i diversi casi e le rispettive responsabilità.

Anche i primari delle strutture in cui, grazie alle indagini disposte dal pm Francesco Rotondo e dall’aggiunto Antonio Centore e portate avanti dalla guardia di finanza, sono stati scoperti gli assenteisti dovranno presentare delle memorie alla commissione, documenti che poi saranno valutati per escludere qualsiasi coinvolgimento nella vergognosa vicenda che a fine settembre scorso portò alla denuncia di 12 persone – dieci delle quali sospese dai pubblici uffici.