Assenteisti al Ruggi La Procura chiede altri rinvii a giudizio 

Centinaia di dipendenti ospedalieri rischiano il processo Entro fine anno l’udienza preliminare per la prima tranche

Nuovo round per la maxi inchiesta sull’assenteismo all’ospedale Ruggi d’Aragona. Dopo aver notificato in estate circa quattrocento avvisi di conclusione delle indagini, il sostituto procuratore Francesco Rotondo sta firmando adesso le richieste di rinvio a giudizio. La prima, per alcune decine di dipendenti ospedalieri, è stata depositata ieri mattina, ed entro la prossima settimana il gup Piero Indinnimeo fisserà la data dell’udienza preliminare, prevista prima della fine dell’anno.
La nuova tranche dell’inchiesta riguarda sia infermieri che medici e ausiliari. Nei mesi scorsi alcuni degli indagati sono riusciti a far stralciare le loro posizioni, dimostrando scambi di persona ed errori nell’interpretazione dei filmati registrati dalle telecamere collocate dalla Guardia di finanza. Per gli altri (che sono la grande maggioranza) inizia adesso la fase dell’udienza preliminare, in cui dovranno scegliere se andare avanti con il procedimento ordinario (rischiando il rinvio a giudizio) oppure provare a chiudere il processo allo stato degli atti con un rito abbreviato, sperando in una pronuncia di assoluzione e contando su uno sconto di pena in caso di condanna. Per tutti i coinvolti in questo secondo filone investigativi l’accusa è quella di violazione della legge Brunetta sul pubblico impiego, per essersi scambiati il cartellino marcatempo con i colleghi, mentre non è contestata la truffa allo Stato di cui rispondono molti dei primi indagati. La truffa si concretizza infatti con l’indebita percezione delle quote di stipendio corrisposte per ore in cui si era assenti ingiustificati, un’assenza che in questa seconda porzione d’inchiesta non risulta acclarata. Il presunto illecito consiste stavolta nell’affidamento ad altri del proprio badge, che sarebbe stato timbrato quando il titolare non era ancora entrato in ospedale oppure ne era uscito in anticipo. Se fosse assente non è stato dimostrato, e i dipendenti del Ruggi hanno più volte spiegato che la prassi di scambiarsi i cartellini– sebbene illecita – sarebbe stata utilizzata soltanto per comodità, per evitare di arrivare in ritardo mentre si perdeva tempo nell’affannosa ricerca del posto. Una tesi che finora, però, non ha convinto il magistrato. (c.d.m.)
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