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Ascolese resta dietro le sbarre

Ha confermato al gip: «Sparai a Iovine, picchiava mio fratello»

SCAFATI. «Gli ho sparato perché stava picchiando mio fratello»: così il trentenne Fabio Ascolese, arrestato sabato scorso dagli uomini della Polizia di San Giuseppe Vesuviano per aver ferito Nunzio Iovine, ha spiegato al giudice del tribunale di Nocera Inferiore le motivazioni del suo gesto. Ascolese è stato sentito al carcere di Salerno ieri mattina dal gip Alfonso Scermino che ha confermato il quadro probatorio disponendo la convalida del fermo e la custodia cautelare in cella.

Secondo le indagni Ascolese sparò nel corso di una cena avvenuta la scorsa settimana, alla presenza di numerosi affiliati ad un clan di camorra. Proprio a tavola sarebbe avvenuto l’alterco con il colpo esploso per difendere il fratello.

Il trentenne di Scafati è accusato di tentato omicidio, lesioni personali gravi, detenzione e porto illegale di arma da sparo e spari in luogo pubblico per i fatti risalenti alla notte tra il 24 ed il 25 aprile scorso, quando Iovine, ritenuto affiliato al clan Giugliano di Poggiomarino, era stato ferito al petto da un colpo di pistola. L’uomo si era presentato alla clinica “Santa Lucia” di San Giuseppe Vesuviano giustificando la ferita d’arma da fuoco con un agguato da parte di due uomini a volto coperto. Ma la versione di Iovine non era stata ritenuta credibile dagli investigatori del commissariato di Poggiomarino, che avevano avviato le indagini partendo sul suo ruolo di elemento del clan guidato da Antonio Giugliano, alias “’O Savariello”. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, con l’inchiesta affidata alla procura di Torre Annunziata, al momento del colpo d’arma Iovine era a Poggiomarino in casa di uno degli affiliati . La discussione col fratello di Ascolese era stata chiusa nel sangue, con l’indagato che aveva estratto la pistola per chiudere la questione.(a.t.g.)

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