Arrivati 400 profughi: presi gli scafisti

L’approdo al porto della nave “Gregoretti”: recuperati i cadaveri di due donne, in molti al “Ruggi” con ferite e ustioni

Sono da poco passate le dieci. Alla banchina del molo Manfredi attracca la nave della Guardia Costiera “Bruno Gregoretti” che trasporta 401 migranti, tutti provenienti dall’africa sahariana. È il sedicesimo sbarco nelle acque del porto salernitano, caratterizzato dal vento insistente e dal freddo fuori stagione che ha condizionato anche le operazioni di manovra della nave che urtando la banchina, si è lesionata su un bordo. Le operazioni di attracco sono concitate, a terra, invece, è tutto pronto per accogliere il gruppo di migrantes salvati nelle acque libiche.
Fanno capolino dalla nave, vestiti di blu e di bianco, quasi in fila, tutti insieme, ammassati in ordine, gli uomini, le donne ed i ragazzi. Ad accoglierli la Croce Rossa che ha organizzato un presidio di primo soccorso, il prefetto Salvatore Malfi ed il capo della Squadra Mobile della questura di Salerno Tommaso Niglio; c’è anche il vicesindaco Eva Avossa ed il direttore dei servizi cimiteriali Filomeno Di Popolo: a lui è affidato il gravoso compito di recuperare i corpi senza vita di due donne.
I cadaveri, chiusi in due sacchi bianchi, sono posizionati in un lato dell’imbarcazione. «Il mare purtroppo miete vittime - commenta il prefetto Malfi - ed a noi in questo caso, tocca fare i conti con un doppio dramma, perchè le vittime sono due, entrambe donne e non è escluso che molti altri, purtroppo, prima del salvataggio, non ce l’abbiano fatta. Saranno valutate anche le condizioni delle salme per stabilire le cause del decesso ed eventuali responsabilità a riguardo. È sempre una tragedia - continua Malfi - trovarsi di fronte a situazioni del genere, sta a noi trasformarle con eccezionali sforzi di solidarietà, a cui la città di Salerno ha sempre risposto in maniera egregia dimostrando grande capacità di accoglienza per queste persone. Sono certo che sarà così anche in questa occasione: i migranti saranno distribuiti in maniera equa sul territorio. Faccio perciò un appello al grande senso di responsabilità dei sindaci e degli amministratori pubblici di cui comprendo la posizione assunta, perchè rappresentano il territorio e la voce dei cittadini. Ma questo è il momento della solidarietà e noi, che ricopriamo ruoli di responsabilità dobbiamo fare la nostra parte, siamo tutti italiani».
Il prefetto sale poi a bordo della “Gregoretti” con gli uomini della Squadra Mobile. Vengono ascoltati i migranti e, successivamente, individuati tre cittadini siriani, presunti scafisti, ora in stato di fermo. Le operazioni di sbarco intanto proseguono senza particolari intoppi. Sono molti i migranti che necessitano di cure mediche: alcuni presentano delle ferite, alcuni tra loro accusano difficoltà a camminare, molti hanno delle ustioni, e vengono trasportati all’ospedale “Ruggi” di Salerno così come alcune donne incinte.
«Non sussistono al momento emergenze sanitarie - ha dichiarato il direttore generale del “Ruggi”, Nicola Cantone - già da qualche giorno, abbiamo predisposto i servizi necessari per fronteggiare la situazione che abbiamo preparato nel dettaglio nei giorni scorsi. Le patologie più serie saranno valutate nel corso delle ore, la macchina organizzativa del “Ruggi” è collaudata e siamo pronti ad affrontare anche patologie urgenti o che necessitano di assistenza specialistica ulteriore».
Già chiaro anche il quadro della situazione per quello che riguarda la distribuzione nei centri di accoglienza. Cento migranti rimarranno in Campania, probabilmente a Salerno, tra cui i minori e le donne incinte; altrettanti saranno trasferiti in Lombardia ed Emilia Romagna, cinquanta nel Lazio (escluso Rieti) e cinquanta in Veneto. «Fa piacere constatare - commenta Anselmo Botte della Cgil Salerno - che i comuni del Salernitano risultano essere ricettivi e molto più disponibili rispetto al passato su questi temi. Sia a Nord che a Sud del capoluogo, registriamo interessamento e condivisione e sopratutto predisposizione all’accoglienza. C’è ancora qualche comune reticente ma sono certo, che si supereranno anche queste criticità». «Siamo sulla strada giusta - aggiunge il sindacalista - i numeri non devono spaventare anche se quest’anno gli sbarchi sono iniziati prima e si prevedono oltre duecentomila migranti rispetto ai centottantamila dell’anno scorso».
«Con la collaborazione dei comuni e delle Regioni - conclude Botte - l’Italia potrebbe rappresentare un esempio per tutta l’Europa: non più muri e barricate, ma accoglienza e solidarietà».
Carla Polverino
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