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Arriva Viggiani: ospedale senza medici

MERCATO SAN SEVERINO. «Dal 2007 ad oggi, abbiamo perso 35 dirigenti medici, 80 infermieri, 15 ausiliari, il reparto di ortopedia è stato chiuso. C’è il problema della struttura a padiglioni. Il...

MERCATO SAN SEVERINO. «Dal 2007 ad oggi, abbiamo perso 35 dirigenti medici, 80 infermieri, 15 ausiliari, il reparto di ortopedia è stato chiuso. C’è il problema della struttura a padiglioni. Il complesso è fatiscente. Ci sono carenze al pronto soccorso e carenze di spazi. Senza dimenticare il problema della carenza tecnologica».

Generoso Conforti, direttore sanitario dell’ospedale “Fucito” di Curteri, ha denunciato i problemi del nosocomio durante la visita al plesso sanitario, avvenuta ieri, di Vincenzo Viggiani, neo direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.

Secondo Aniello Capuano, sindacalista Cisl, «mancano 10 medici, 50 infermieri e 50 operatori socio-sanitari». Viggiano è stato accolto dal sindaco Giovanni Romano, dall’assessore Angelo Zampoli, dai consiglieri comunali Franco Amoroso e Tonino Auciello. «Pochi anni fa - ha detto Romano – capimmo che, l’unica strada per salvare il nostro ospedale, era quella di inserirlo nell’azienda universitaria di Salerno: fu scelta lungimirante. Salvaguardare il “Fucito” non è solo una questione campanilistica. Vuol dire continuare a garantire alla Valle dell’Irno un’elevata qualità del tenore della vita. Se l’Irno è un territorio in crescita, lo si deve anche all’ospedale, che garantisce buona qualità della vita».

Romano, poi, si è soffermato sul lavoro dei dipendenti del “Fucito”: »Grazie a loro l’ospedale continua a funzionare». «L’Azienda Ospedaliera Universitaria – ha detto Viggiani - è composta dal “Ruggi”, dai plessi di Ravello, Cava, S. Severino, dal “Da Procida” e dalla nuova componente universitaria, che deve portare didattica e ricerca. Il nuovo atto aziendale dovrà essere punto di equilibrio, un progetto organizzativo che possa soddisfare la maggior parte delle aspettative. Nell’Azienda non esiste un centro ed una periferia, ma ci sono 5 elementi che compongono un disegno strategico. Solo dopo, si potrà discutere delle vocazioni di ogni singola realtà».

Ancora: «Il valore aggiunto dell’Università potrà far fare il salto di qualità al territorio, con lo sviluppo della ricerca, che è il futuro del comprensorio. L’integrazione perfetta tra assistenza, didattica, ricerca, non esiste: si può solo tendere verso di essa. Ma tale tendenza, dà un vantaggio al comprensorio». Viggiani continuerà a seguire da vicino le vicende del “Fucito”.

Antonio De Pascale

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