Arriva il braccialetto Diele esce dal carcere e torna a casa a Roma 

L’attore che ha travolto con la sua auto Ilaria Dilillo dovrà restare ai domiciliari nell’abitazione della nonna

Ha lasciato il carcere di Salerno ed è stato trasferito Roma, a casa della nonna, dove rimarrà agli arresti domiciliari. È finito il tempo del carcere per l’attore Domenico Diele che nella capitale sarà controllato con il braccialetto elettronico arrivato dopo una lunga attesa. L’attore, rinchiuso da dodici giorni nella casa circondariale salernitana, deve rispondere di omicidio stradale aggravato. L’incidente, drammatico, è quello della notte tra il 23 e il 24 giugno scorsi. L’attore travolse e uccise Ilaria Dilillo, 48enne salernitana che stava rientrando a casa. Il fattgo avvenne nel tratto di autostrada, all’altezza dello svincolo di Montecorvino Pugliano in carreggiata nord. Diele non si accorse di nulla e successivamente test specifici accertarono che l’attore era alla guida sotto l’effetto di stupefacenti. E ancora, guidava malgrado la patente gli fosse stata già sospesa. «Il reato di omicidio stradale, come affermiamo da due anni, da solo non è sufficiente». Lo dice Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil commentando i dati delle forze dell’ordine sugli incidenti stradali. L’allarme è altissimo: sulla base dei dati di polizia e carabinieri, relativi al primo semestre del 2017, gli incidenti stradali con esito mortale sono aumentati del 4.6% rispetto allo stesso periodo del 2016 (da 695 a 727). È con grande attenzione quindi che la Polizia sta lavorando al rafforzamento dei controlli anti droga sulle strade e studia gli effetti del nuovo reato di Omicidio Stradale, introdotto giusto 15 mesi fa. Per questo il dipartimento della Pubblica sicurezza, il comando generale dell’Arma dei carabinieri e il comando generale della guardia di finanza hanno appena sottoscritto un accordo di collaborazione interistituzionale con il dipartimento delle Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per potenziare le dotazioni strumentali delle forze di polizia per il contrasto dell’incidentalità causata dall’uso di sostanze stupefacenti. «C’era chi si aspettava soluzioni miracolistiche dalla legge sull’omicidio stradale – ha sottolineato il capo della polizia, Franco Gabrielli – ma era inevitabile che queste soluzioni non potessero esserci: l’introduzione della nuova fattispecie di reato ha una valenza culturale e di civiltà, l’aver messo il bene della vita al di sopra di qualsiasi altro tipo di interesse. Il giudizio sulle nuove norme va parametrato sul tempo, e comunque sin qui è senz’altro positivo: l’incidenza percentuale dei numeri di cui si parla fanno capire tra l’altro che si tratta di comportamenti abbastanza marginali e di un reato non sempre perseguibile perché (mediamente nella metà dei casi) il colpevole è lui stesso vittima dell’incidente».
Gabrielli ha sottolineato come «ancora in troppi perdono la vita sulle strade italiane: negli ultimi anni il numero delle vittime aveva conosciuto un significativo decremento, ma nei primi sei mesi di quest’anno ha ripreso purtroppo a salire. Colpa della velocità, dell’imprudenza e, soprattutto, della distrazione». Tra gli imputati, gli smartphone. «Una iattura – ha confermato Gabrielli – sono strumenti eccezionali, straordinari, che ci hanno cambiato la vita ma che stanno anche modificando i nostri livelli di attenzione».
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