Arrestati Giuseppe Bertolini e la figlia

Operazione di finanza e carabinieri ad Ascea: l’accusa è di bancarotta fraudolenta. Sigilli a trenta veicoli aziendali

ASCEA. Per un crack da un milione e mezzo di euro sono stati arrestati ad Ascea l'amministratore della Beton Bert, Giuseppe Bertolini, 63 anni, e la figlia Marianna, 33, amministratrice della Calcestruzzo Bertolini. L’accusa per entrambi è pesantissima: bancarotta fraudolenta. Le indagini avviate dai carabinieri del capitano Starace sono proseguite con degli accertamenti finanziari da parte delle Fiamme gialle della tenenza di Vallo della Lucania, agli ordini del tenente Giovanni Statello. Sotto sequestro sono finiti trenta veicoli della ditta, per un importo complessivo di circa un milione e mezzo di euro.

L’attività investigativa dei carabinieri e della Finanza ha evidenziato come l'imprenditore avrebbe causato il dissesto della società, operante nella gestione del calcestruzzo, distraendo dal bilancio della società circa un milione e mezzo di euro. L’analisi del bilancio e le indagini sui movimenti finanziari hanno permesso di ricostruire con esattezza tutte le operazioni societarie eseguite prima della dichiarazione di fallimento e, successivamente, dalla figlia Marianna, amministratrice della Calcestruzzo Bertolini, ditta subentrante.

Determinante per le indagini è stata la relazione eseguita dal curatore fallimentare Massimo Sodano il quale ha portato all’attenzione degli inquirenti alcune operazioni “poco chiare”. L' imprenditore avrebbe provocato il dissesto della società, attraverso delle operazioni economiche che avrebbero causato un passivo nel bilancio. L’impianto di calcestruzzo finito nel mirino degli investigatori è situato nel comune di Castelnuovo Cilento, sulla sponda destra del fiume Palistro, al confine con Ascea. Una struttura realizzata circa trenta anni fa, che nel corso degli anni ha dato occupazione a decine di lavoratori.

Le indagini sono state dirette personalmente dal sostituto procuratore del tribunale di Vallo della Lucania, Alfredo Greco. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip.

Sotto la lente delle Fiamme gialle numerosi faldoni di documentazione contabile: fatture, liquidazioni e atti di vendita. Entrambi gli arrestati, difesi dagli avvocati Gaetano Di Vietri, Angelo Segreto, Mario Carrato e Carmine Giovine, sono stati posti agli arresti domiciliari. «Sono pronti a chiarire tutto dinanzi all’autorità giudiziaria», tagliano corto i legali che chiederanno nelle prossime ore la revoca degli arresti ai due assistiti.

Vincenzo Rubano

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