Armi e munizioni, in manette Borrelli

Trovate pistole, fucili e oltre cinquecento proiettili. Il giovane sospettato di avere legami con il clan Aquino-Annunziata

SCAFATI. Armi, droga, danaro e beni ricettati: è questo quello che cercavano o militari della Guardia di Finanza di Scafati nel corso delle perquisizioni effettuate giovedì scorso. Indizi fondati che hanno permesso di arrestare Luigi Borrelli, 31 anni, scafatese - noto alle forze dell’ordine, ma incensurato - che nella cantina dell’abitazione dei genitori, a largo Mariconda, nascondeva quattro pistole, delle quali due con matricola abrasa. In casa nella moka per il caffè tre pallini di cocaina e in cucina un bilancino di precisione. È finito prima in carcere a Fuorni e, sucessivamente, dopo la convalida dell’arresto, ai domiciliari nella sua abitazione di via Paludicelle. Ma Borrelli non è l’unico indagato di un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Amedeo Sessa, che riguarda un giro di spaccio di cocaina sul territorio scafatese, con possibili ramificazioni riguardo i canali di approvvigionamento nella vicina Boscoreale. Le perquisizioni dei militari, al comando del capitano Nunzio Napolitano, hanno riguardato altre due persone - una quarta non è stata ancora identificata -, indiziate di spaccio, ricettazione e armi.

In cima alla lista dei sospettati c’è Mario Cipriano, 44 anni, alias Oplà, pluripregiudicato - condannato nell’ambito del processo “Scafo” per il traffico di cocaina tra l’Olanda e i paesi vesuviani - che portò all’arresto agli inizi degli anni 2000 di decine di persone. Un traffico organizzato da un clan esperto nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Belgio e dall’Olanda, gli Aquino-Annunziata di Boscoreale. Mario Cipriano, è uscito indenne dalla perquisizione effettuata giovedì sera dai finanzieri. Medesimo risultato per un altro personaggio legato a Borrelli e Cipriano, Diego Giordano, anch’egli destinatario di un decreto di perquisizione che non ha dato risultati. I tre sono nel mirino della procura che li ha formalmente indagati, nell’ambito di un’indagine partita agli inizi di quest’anno. Il blitz della scorsa settimana ha impegnato i militari per diverse ore.

Hanno rastrellato alcune abitazioni del quartiere Mariconda alla ricerca di armi, droga e danaro. A fare da apripista Ramis, il pastore tedesco in forze alla Finanza del Comando provinciale di Salerno.

Tre gli obiettivi presi di mira nella disponibilità di Borrelli: le abitazioni sua e dei genitori e un capannone industriale, in via S. Antonio Abate. All’interno di una cantina sono state ritrovate le quattro pistole, due Smith & Wesson ancora con il numero di matricola, mentre altre due pistole di fabbricazione cecoslovacca calibro 9 luger avevano i numeri seriali cancellati. Oltre all’arsenale, nella cantina sono state trovate numerose cartucce e munizioni. Oltre 500 i pezzi ritrovati. I finanzieri hanno inoltre sequestrato a Borrelli un fucile regolarmente detenuto. In casa, nascosti nella macchinetta per il caffè, c’erano 3 pallini di cocaina, mentre nel capannone i militari hanno trovato 10 biciclette nuove senza documenti che potrebbero essere di provenienza furtiva. Il valore delle bici, alcune dotate di un sistema elettrico, è stimato intorno ai 10mila euro. Lunedì mattina, il Gip Levita ha interrogato in carcere i Borrelli - alla presenza dei difensori Francesco Matrone e Lidia Manfredini per la convalida dell’arresto - il giudice ha concesso all’indagato i domiciliari. Le indagini non sono concluse. Gli inquirenti ritengono che Borrelli sia inserito all’interno di una gang di scafatesi che ha agganci nell’area vesuviana e, in particolare, con il clan Aquino-Annunziata per lo spaccio.

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