Aree del Prg a Baronissi Il Comune davanti al Tar

Una società privata ha chiesto l’annullamento di un permesso a costruire «È stata venduta a uso privato una zona che è invece di interesse pubblico»

BARONISSI. Il presunto, mancato accertamento della violazione di destinazione d’uso delle aree cosiddette di “interesse comune”, prescritte nel Piano regolatore generale, sono al centro di un contenzioso che Maria Rosaria D’Arco, legale rappresentante della società “D’Arco Maria Rosaria & C. sas”, ha aperto con il Comune di Baronissi, nei confronti del quale sono state mosse delle osservazioni su alcune concessioni e permessi di costruire definiti «troppo generosi». La questione, giunta davanti al Tar Campania, con il legale della società sopra indicata che ha chiesto all’autorità giudiziaria l’annullamento di un permesso di costruire con il quale il Comune ha autorizzato una ditta del posto alla realizzazione di un opificio artigianale per l’implementazione dell’attività produttiva, assume dei risvolti di interesse pubblico dal momento in cui, i soci della “D’Arco” hanno contestato all’ente un modo di agire considerato «eccessivamente permissivo», che avrebbe compromesso la tutela dei loro diritti.

L’intera area dove dovrebbe sorgere l’opificio è situata in via Dalla Chiesa, in località Sava, ricadendo originariamente, nella cosiddetta “area di interesse comune”, che a seguito di un frazionamento è stata suddivisa in due particelle, una edificabile, destinata al lotto produttivo (da costruire però in aderenza con l’isola ecologica, vista la ridotta superficie disponibile), e un’altra che per la sua destinazione non dovrebbe essere sottoposta a interventi edilizi di natura privata. Nella seconda particella, secondo quanto descritto all’interno del ricorso al Tar, «le uniche destinazioni ammesse sono quelle standard», mentre il progetto assentito ha previsto la strada di accesso al capannone, destinando in questo modo a uso privato una porzione di territorio, invece, riservata a usi pubblici. A partire da questo assunto, i soci della “D’Arco” si sono posti delle domande: «Per quali motivi – si chiedono i soci – il Comune di Baronissi concede simili privilegi a un soggetto privato, rendendo edificabile un’area invece che un’altra, la vende con una determinata destinazione urbanistica (area di interesse comune) ma poi concede un permesso di costruire prevedendo in essa la strada di accesso?».

Sulla stessa zona sorge anche l’isola ecologica. «Sembra quasi – sostengono ancora i soci della “D’Arco” – che il Comune faccia una distinzione tra cittadini di serie A e di serie B. Eppure noi abbiamo sempre pagato le tasse e rispettato le regole ma per l’ennesima volta siamo dovuti ricorrere all’autorità giudiziaria per tutelare i nostri interessi, visto che è tuttora in corso un contenzioso nato da una concessione edilizia rilasciata senza considerare un atto notarile intercorso tra le parti. La possibilità di far realizzare una simile opera comporta una grossa svalutazione della nostra proprietà, costata tanto lavoro e sacrifici».

A tal proposito è stato chiesto al Comune di accertare la violazione di destinazione d’uso delle aree di interesse comune prescritte nel Prg e di accertare altre violazioni delle normative vigenti in materia.

Mario Rinaldi

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