Area protetta, compare un’altra catena

Ad Agropoli sbarrato l’accesso al Vallone. L’ira dell’assessore La Porta che invia la Polizia municipale

AGROPOLI. Sbarrato un altro sentiero nell’area protetta di Trentova -Tresino, ad Agropoli. A denunciare la situazione alcuni cittadini che si erano avventurati nel meraviglioso tratto naturalistico con l’intento di raggiungere, attraverso i sentieri, il vicino comune di Castellabate. Quando sono giunti nei pressi del sentiero che conduce verso l’area del Vallone, hanno trovato una catena a sbarrare loro la strada, con tanto di cartello con su scritto “proprietà privata”.

Un ulteriore sbarramento, che è evidentemente intervenuto da poco tempo, che si trova qualche centinaio di metri prima dell’ormai noto cancello di ferro che chiude il percorso che conduce alla discesa a mare del Vallone, al confine con Castellabate. La catena blocca anche l’accesso pedonale impedendo a chiunque di utilizzare percorso che conduce a Tresino e quindi a Castellabate. In pratica la zona naturalistica di Trentova-Tresino con questo ulteriore blocco viene tagliata in due.

Su tutte le furie per la situazione l’assessore al porto e demanio del comune di Agropoli, Massimo La Porta, che minaccia di avviare una procedura espropriativa nei confronti dei privati, che ormai nell’area fanno il bello e il cattivo tempo. «Manderò presto vigili urbani e protezione civile – afferma - a controllare la situazione per comprendere se siamo in presenza di qualche abuso. In ogni caso – conclude - ci riserviamo di procedere all’espropriazione dell’area qualora i privati impediscano la piena fruibilità della zona naturalistica e le discese a mare, compresa quella del Vallone».

Già alcuni mesi fa l'avvocato Giuseppe Colopi rappresentante locale di FareAmbiente aveva auspicato che il comune provvedesse all’esproprio per pubblica utilità. «Il progetto di valorizzazione lanciato dal Comune, finalizzato alla fruizione dell'area patrimonio Unesco - affermò - prevede il recupero ed il restauro di alcuni dei casali presenti e la sistemazione di sentieri per il trekking e le attività all'aria aperta. Perché – chiedeva il legale - non abbattere cancelli e recinzioni arrugginite che deturpano la zona? Perché non continuare ad utilizzare i vecchi sentieri che sono sempre esistiti, e che oggi all'improvviso vengono interdetti, piuttosto che crearne di nuovi?».

Andrea Passaro